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Le reazioni sul coaching, Nick Kyrgios non la prende per niente bene
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A poche ore dalla decisione dell’Atp di testare il coaching durante i match (ne abbiamo parlato qui) arrivano le critiche da parte di Nick Kyrgios. Critiche a dir poco prevedibili, visto che l’australiano, al di là del suo carattere spesso polemico e “ribelle”, si è sempre detto contrario all’idea che un allenatore potesse dire la sua durante gli incontri.

“Sono completamente in disaccordo”, ha detto Nick senza mezzi termini su Twitter, sottolineando che in questo modo si rischia di “perdere una caratteristica che nessun altro sport aveva”. Secondo Kyrgios, la bellezza del tennis era che il giocatore dovesse capire da solo come comportarsi in campo: “Questo era il bello, ed è stato portato via. E cosa succede se un giocatore di alto profilo si trova contro un giocatore di bassa classifica che non ha (o non può permettersi) un allenatore?”. A dire il vero, questo genere di ingiustizia, slegata dalla meritocrazia, era stata messa in evidenza più volte anche da Roger Federer quando in passato si era detto contrario alla possibilità di coaching. “Penso sia bello che nel tennis ci sia solamente tu”, aveva evidenziato il 20 volte campione slam, ad esempio nel 2017, aggiungendo che “non tutti hanno le stesse possibilità per pagare gli allenatori”.

Di diverso avviso è stato invece Patrick Mouratoglou, attuale allenatore di Simona Halep, il quale si è congratulato con l’ATP per aver “legalizzato” un atteggiamento che va avanti in quasi tutte le partite da decenni. Mouratoglou, va ricordato, è stato coinvolto in un polemico incidente di coaching durante finale degli US Open del 2018, quando a Serena Williams (da lui allenata a quel tempo) fu dato un warning per una violazione di coaching. Il tecnico 52enne fu colpevole di aver fatto un gesto dagli spalti durante quella storica finale, vinta poi da Naomi Osaka. Ma disse poi che lo avrebbe rifatto senza problemi, definendo quella regola “la più stupida” in quanto non ha mai penalizzato nessuno.

Anche il neo direttore della fase finale della Coppa Davis David Ferrer, ex numero 3 del mondo, si è detto favorevole al cambiamento: “Lo sport deve evolversi e ci sono già molti sport che hanno il coaching”, ha detto in una intervista sulla Radio del quotidiano spagnolo Marca. “È vero che un allenatore non decide tutto e da romantico pensi che alla fine si sei solo con te stesso, ma penso vada bene anche per lo spettacolo e per il pubblico”.

Vedremo dunque cosa accadrà ora che si potranno finalmente usare quei gesti che tanto posso aiutare un giocatore in campo, soprattutto dal punto di vista del supporto mentale. Si partirà con il test dalla settimana dell’11 luglio, fino alle Finals ATP di fine stagione, a novembre. Ma attenzione, come avevamo scritto qui, ci sono comportamenti ben precisi che gli allenatori dovranno tenere in considerazione, una serie di regole che l’Atp ha voluto mettere nero su bianco, il mancato rispetto delle quali comporterà penalità e multe.

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