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Atp Finals, la (nostra) griglia di partenza: dal primo all’ultimo, chi sono i grandi favoriti?
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Il Palalpitour di Torino è pronto ad ospitare, per la seconda edizione, le Atp Finals, la competizione riservata agli otto migliori giocatori dell’anno. Come noto, purtroppo, non ci saranno tennisti italiani, dato che sia Jannik Sinner che Matteo Berrettini hanno avuto una stagione troppo condizionata da problemi fisici che ne hanno minato la continuità.

Gli otto big che si sfideranno per il titolo di “Maestro” sono quindi, nell’ordine, Carlos Alcaraz, Rafael Nadal, Stefanos Tsitsipas, Casper Ruud, Daniil Medvedev, Felix Auger-Aliassime, Andrey Rublev e Novak Djokovic, qualificato grazie al fatto di aver vinto un torneo del Grande Slam (Wimbledon), a dispetto del fatto di non essere arrivato tra i primi otto.

Chi parte con i favori del pronostico? Difficile fare previsioni, in un torneo che, per sua natura, tende a regalare sempre grandi sorprese. Abbiamo provato a disegnare una griglia di partenza, in stile Formula 1.

Prima fila: Novak Djokovic e Carlos Alcaraz

Il serbo, come detto, ha giocato poco quest’anno a causa dei noti problemi legati alla sua decisione di non sottoporsi al vaccino anti-Covid. Ma quando ha giocato ha sempre dominato, vincendo, come detto Wimbledon, il Masters 1000 di Roma, l’Atp 500 di Astana e l’Atp 250 di Tel Aviv. Impossibile non metterlo in prima fila, anche perché ha l’obiettivo di raggiungere il record di sei titoli appartenente a Roger Federer.

Appena dietro Carlos Alcaraz. La stagione del più giovane numero uno del mondo della storia del tennis è stata a dir poco mostruosa, e anche quando ha perso è sempre arrivato in fondo, dimostrando di non temere confronti con giocatori molto più esperti di lui e di potersi adattare ad ogni situazione ed ogni superficie.

Seconda fila: Felix Auger-Aliassime e Daniil Medvedev

In terza posizione mettiamo il canadese, che sembra davvero aver trovato la formula per portare a compimento il tanto atteso salto di qualità. A livello indoor ha vinto tre tornei di fila (Firenze, Anversa e Vienna) ed è ancora pienamente in corsa a Parigi-Bercy: un fiume in piena che ha rotto gli argini tecnici e mentali per sfondare.

Per Daniil Medvedev è stata una stagione difficile, condizionata anche da tutto ciò che è successo fuori dal campo. L’impressione è che non abbia la serenità per poter prevalere, o quantomeno per partire con i favori del pronostico, come invece è successo nelle ultime due edizioni (una vinta, nel 2020, e una persa solo in finale, nel 2021).

Terza fila: Stefanos Tsitsipas e Rafael Nadal

La seconda parte di stagione del greco non è stata assolutamente a livello della prima. il profilo di Stef è sempre più connotato come quello di un giocatore sempre più a suo agio sulla terra rossa e un po’ meno sul duro. Però parliamo di uno che tre anni fa questo trofeo l’ha vinto, alla tenera età di ventuno anni, quindi da tenere sott’occhio.

Come non si può non tenere sott’occhio Rafa Nadal, per definizione. Uno con il suo curriculum e con i successi ottenuti quest’anno dovrebbe essere in prima fila, ma non si può neppure ignorare il fatto che il maiorchino arriva all’appuntamento con Finals in uno stato di forma approssimativo e che il veloce indoor è in assoluto la superficie su cui si è trovato meno a suo agio nel corso della sua carriera, tanto che non ha mai vinto le Finals e neppure il Masters 1000 di Parigi-Bercy.

Quarta fila: Casper Ruud e Andrey Rublev

In ultima fila mettiamo il numero tre del mondo, per il quale vale in parte il discorso fatto per Nadal e Tsitsipas. La superficie non è la sua preferita e le sue caratteristiche tecniche e tattiche non si sposano perfettamente con questo appuntamento. Rublev potrebbe giocare il ruolo di mina vagante, ma sulla carta è quello con meno possibilità di vincere.

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