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Australian Open, Korda e il rituale dei pilastri di papà Petr e Andre Agassi
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Sebastian Korda si sta rivelando una delle più belle sorprese di questo inizio stagione. Non che in precedenza avessimo dubbi sulle sue qualità, ma quella che lo statunitense sta facendo vedere in Australia è sicuramente la versione migliore di se stesso.

Dopo la finale (persa contro Djokovic) ad Adelaide, il giovane figlio d’arte è riuscito a spingersi per la prima volta in carriera ai quarti dell’Australian Open, dando l’impressione che, a ventidue anni, abbia finalmente trovato quella continuità che potrebbe portarlo nell’élite del tennis mondiale. Domani notte affronterà Karen Khachanov per un posto nel penultimo atto nel torneo, si prospetta un match da non perdere.

Detto ciò, vogliamo soffermarci su un retroscena che lo stesso americano ha raccontato a margine del successo di ieri contro Hubert Hurkacz.

Korda: “Mi fa sentire come se fossero con me”

sebastian korda
Foto Facebook Atp Tour

Intervenuto ai microfoni della stampa presente in Australia, Sebastian Korda ha rivelato di osservare un particolare rituale ogni qual volta fa il proprio ingresso sul cemento di Melbourne: toccare i pilastri di suo padre Petr (ex campione dell’Australian Open) e del suo mentore Andre Agassi. Un rituale che – come ha dichiarato – gli trasmette la sensazione di non giocare mai da solo.

“Ogni singola volta che passo gli do sempre un piccolo pungo. In un certo senso mi fa sentire come se fossero con me. Per me sono entrambi molto speciali, mi hanno aiutato moltissimo”, ha affermato Korda. Poi ha aggiunto scherzando: “Forse gli chiedo soltanto un po’ di energia per poter colpire meglio con il rovescio”.

Korda, in seguito, ha parlato del suo cammino nel mondo del tennis sottolineando: “I miei genitori mi hanno cresciuto in un modo diverso. Ho cominciato a giocare a tennis molto più tardi della maggior parte dei miei coetanei. Molti hanno iniziato a giocare a tennis a tre, quattro o cinque anni. Io quando ne avevo 10 anni”.

Considerati i risultati, tale “ritardo” sembrerebbe essere stato ampiamente recuperato. Ma c’è un altro ‘dettaglio’ che differenzia il background di Korda da quello degli altri tennisti statunitensi cresciuti prevalentemente sul cemento: “Ho alle spalle un percorso sicuramente diverso rispetto a tutti gli altri. Quando ho iniziato, la maggior parte del tempo lo trascorrevo sulla terra rossa, poiché avevamo un paio di campi in terra proprio accanto a casa nostra”. Anche sotto questo aspetto, però, l’ottimo Sebastian può stare tranquillo: i suoi numeri sulle superfici dure sono di gran lunga superiori a quelli di tanti altri esponenti del Circus.

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3 Commenti

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