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Wimbledon, cosa c’è dietro l’exploit di Sinner? Parlano tre specialisti dell’erba
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Jannik Sinner sta vivendo il miglior slam della propria carriera a Wimbledon. In molti si sono chiesti cosa c’è dietro questo exploit su una superficie da sempre indigesta all’azzurro. Ecco la risposta di tre ex specialisti dell’erba: Davide Sanguinetti, Gianluca Pozzi e Laurence Tieleman.

La crescita di Sinner

Sinner, finalmente, ha centrato la prima semifinale slam al quinto tentativo. L’azzurro, a Wimbledon, ha sfruttato un tabellone favorevole e ha messo in fila importanti successi contro Juan Manuel Cerundolo, Diego Schwartzman, Quentin Halys, Daniel Galan e Roman Safiullin. Eppure, fino al 2022 le vittorie ai Championships non erano arrivate. Nel 2019 si arrende alle qualificazioni, mentre nel 2021 esce all’esordio con Marton Fucsovic.

Nel 2023, al contrario, arriva la consacrazione, che potrebbe addirittura diventare definitiva con una vittoria su Djokovic. A tal proposito, intervistati dal Corriere dello Sport, Sanguinetti, Pozzi e Tieleman, tutti con un ottimo passato a Wimbledon, hanno espresso la loro opinione sul numero 1 d’Italia.

“L’aspetto in cui Sinner è cresciuto maggiormente riguarda il fisico. Il tono muscolare è cresciuto considerevolmente e, grazie a ciò, riesce a coprire il campo in maniera eccellente, giocando a velocità elevata sempre più a lungo. Anche il servizio è migliorato, ma in futuro potrà far ancor più male con questo fondamentale. Forse dovrebbe essere ancora più aggressivo accorciando gli scambi. La testa di Jannik è sempre straordinaria. Da questo punto di vista è un super campione e lo sta dimostrando” (Sanguinetti, quarti di finale a Wimbledon nel 1993).

“La differenza con il recente passato, per Jannik, è legata alla capacità di muoversi in maniera sempre migliore sull’erba. Muoversi bene non è fondamentale solo per chi va a rete, ma anche per i giocatori che basano il proprio stile di gioco sui colpi da fondo campo. Ha maggiore equilibrio, si muove velocemente ed è molto bravo ad accorciare la preparazione dei colpi per un timing migliore. I suoi, non particolarmente arrotati, si adattano molto bene all’erba. Dovrebbe concretizzare ancor di più con alcune discese a rete e variare un di più la direzione dei colpi, ma parliamo di piccoli particolari. Deve curare l’imprevedibilità” (Pozzi, quarto turno nel 2000).

“Jannik è stato bravissimo a resettare dopo due tornei di preparazione giocati non bene, ma è stato l’atteggiamento a Londra, con un tabellone favorevole, a colpire: approfittare dell’occasione non è da tutti, è da grandi giocatori” (Tieleman, terzo turno nel 1993).

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