A pochi mesi dalla nascita della primogenita Shai (avuta con il rapper Cordae), Naomi Osaka è tornata di nuovo allo US Open. Questa volta, però, la giapponese non ha indossato i panni da gioco e la sua racchetta, bensì è arrivata a Flushing Meadows per partecipare ad un forum sulla salute mentale insieme a Michael Phelps e il chirurgo Vivek Murthy.
Le parole di Naomi
Osaka è stata una delle giocatrici più importanti negli ultimi anni nel circuito femminile. Quattro slam conquistati in un’epoca in cui Serena Williams ancora dettava legge e un ingranaggio che sembrava perfetto fino al Roland Garros 2021. Poi sono iniziati ad arrivare i rifiuti di partecipazione alle conferenze stampa. Dietro di tutto questo l’ombra della depressione. La ciliegina sulla torta, se così possiamo chiamarla, allo US Open (al termine della sfida persa con Leylah Fernandez), quando Naomi si allontanava dal campo piangendo e dicendo che non sapeva se sarebbe mai più tornata in campo.
“Onestamente non so quando giocherò la mia prossima partita. Credo che mi prenderò una pausa dal tennis. Quando vinco non sono felice, mi sento solo un peso in meno sullo stomaco. Se perdo, al contrario, sono troppo triste. Non credo che queste siano le reazioni giuste da avere”.
Da quella partita sono passati molti mesi e, a gennaio, l’ex numero 1 del mondo ha comunicato sui propri canali social di essere rimasta incinta e, pochi mesi, ha dato alla luce la sua primogenita. Come da sua stessa ammissione, si preparerà per tornare sul rettangolo da gioco già dalla prossima stagione.
Intanto, ha già fatto la sua partecipazione allo US Open 2023, ma in un’altra veste. L’Osaka ha partecipato a un convegno molto importante sulla salute mentale ed ha voluto raccontare ciò che ha vissuto sulla propria pelle negli ultimi anni.
“Non avrei mai voluto attirare tutta quell’attenzione e sicuramente il mio messaggio avrebbe potuto essere veicolato in maniera migliore. Non avevo intenzione di appropriarmi di un termine importante come la salute mentale se non ce ne fosse stato bisogno.
Tutti quelli che mi conoscono sanno che sono molto introversa e spesso indosso delle cuffie ai tornei perché calmano la mia ansia nello stare attorno ad altre persone. Nonostante la stampa tennistica sia sempre stata molto educata con me, mi scuso per tutti i giornalisti che posso aver offeso negli anni, non sono brava a parlare in pubblico e comunicare con i media di tutto il mondo mi ha sempre messo molta ansia sulle spalle.
Mi ha sempre dato fastidio partecipare alle conferenze stampa e dare la migliore risposta possibile”.
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