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Parigi-Bercy, Medvedev perde la partita e la testa. Il gestaccio e le parole a fine match
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Seconda eliminazione importante al masters1000 di Parigi-Bercy. Dopo l’uscita di scena di Carlos Alcaraz contro il qualificato Roman Safiullin, è toccato a Daniil Medvedev arrendersi contro Grigor Dimitrov (in un momento di forma straordinario). Il russo ha dovuto combattere per tutta la partita con i fischi del pubblico e si è molto lamentato durante la conferenza stampa.

I fatti di Parigi e le parole di Daniil

Durante la partita di cartello tra Medvedev e Dimitrov al masters1000 di Parigi-Bercy è successo di tutto. In campo è stata una vera e propria battaglia: quasi tre ore di gioco prima che il bulgaro vincesse per 63 67(4) 76(2). Sugli spalti, invece, è stata una rincorsa a chi fischiasse di più il russo.

Uno spettacolo che solitamente non si vede su un campo da tennis, che ha addirittura costretto Medvedev a fermarsi per i troppi fischi. Questa la conversazione tra l’ex numero 1 del mondo e l’arbitro durante il secondo set, quando ha tirato una racchetta dopo aver subito un break.

“Non continuerò a giocare se questi fischiano”.

Più ti fermi e più si infastidiscono e fischiano”.

Sono degli stupidi, se non fischiano torno a giocare. Gioco, ma smettetela di fischiare state zitti per favore”.

Una partita rovinata da questi episodi e che ha ricordato da vicino l’esperienza di maggio al Roland Garros. Anche in quell’occasione, il russo aveva zittito il pubblico che lo fischiava in continuazione. L’epilogo? Dopo la sconfitta, il russo che esce dal campo mostrando il dito medio al pubblico.

Quando spacco una racchetta è giusto che venga fischiato perché è un brutto gesto. Mentre sto per servire, però, sentire fischi e applausi è un po’ strano. Non trovate?

Questo, purtroppo, è il pubblico di Bercy: tutti lo sanno e in molti non vogliono mai giocare qui. Io ho giocato molto meglio nell’anno in cui non c’era il pubblico. Non riesco a creare una connessione con loro.

Proverò a tornare il prossimo anno e a cercare di trasformare i fischi in applausi”.

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