Novak Djokovic, dopo una battaglia durata più di tre ore, si è inchinato a Jannik Sinner alla seconda partita del gruppo verde delle Atp Finals di Torino. Il serbo, in conferenza stampa, ha ammesso di non aver alcun rimpianto per la sconfitta, sottolineando i meriti dell’avversario.
Le parole oneste di Nole
Una sfida spettacolare doveva essere e così è stata. Il match tra Sinner e Djokovic può sicuramente essere considerato uno dei più intensi e duri dell’intera stagione e, alla fine, a prevalere è stato il campione italiano, alla quinta vittoria consecutiva contro i tre giocatori che lo precedono nel ranking Atp (due volte con Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev e ieri con Nole).
Il serbo, tolto qualche comportamento esagerato con il pubblico (che, ovviamente, sosteneva il beniamino di casa), ha giocato una partita impeccabile e con pochi rimpianti, come ammesso in conferenza stampa qualche minuto dopo la sconfitta.
“L’ultima volta che ci eravamo sfidati fu a Wimbledon, vinsi in tre set, ma fu una partita equilibrata decisa da pochi punti. Dal punto di vista di padronanza del gioco credo che anche oggi abbia giocato su quei livelli, ha servito forse meglio. Ma la differenza più grande è stata il coraggio con cui ha giocato i punti più importanti.
Ha meritato di vincere perché in quei momenti non sono stato abbastanza aggressivo né abbastanza deciso lasciandogli l’opportunità di prendere il controllo degli scambi. Ad esempio, sul 5 pari al terzo set, 15-30 e seconda di servizio, sentivo di ‘esserci’ nello scambio e che avrei dovuto cercare di forzarlo ma non l’ho fatto e lui sì.
In questo tipo di partite ci sono poche opportunità a disposizione e se non si riesce a sfruttarle lo farà di sicuro il nostro avversario. Questo tipo di partite si possono vincere o perdere. La maggior parte le ho vinte, altre le ho perse, ma non credo di aver sbagliato troppe cose dal punto di vista del mio gioco. Lui invece ha avuto coraggio nei momenti chiave, ha messo a segno alcuni punti straordinari e ha usato alla perfezione quei colpi di cui aveva bisogno: giù il cappello.
Giochiamo in Italia e lui è l’unico giocatore italiano di queste Finals: si respirava una grande attesa e per lui dev’essere stata una gran bella emozione giocare di fronte al proprio pubblico. E poi era in gran forma e ci sta che il pubblico sperasse in una sua vittoria.
Io l’uomo da battere? È normale che sia così e non c’é nulla di strano. Tutti vogliono battermi, tutti vogliono il mio scalpo, ogni giocatore è ancor più motivato quando deve giocare contro di me. Ma è normale perdere alcune partite come quella di questa sera e resto contento dello spirito con cui ho affrontato questa battaglia. Sono riuscito a rimontare un set di svantaggio. Ho giocato in condizioni davvero avverse e sono davvero orgoglioso di tutto quello che ho messo in campo. Anche se non è stato sufficiente per vincere”.
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