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Meraviglia Sinner: batte Djokovic, vola in finale all’Australian Open e entra nella storia
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Il primo italiano in finale all’Australian Open, il primo tennista a battere Novak Djokovic in una semifinale a Melbourne: Jannik Sinner firma il capolavoro assoluto, sconfigge in quattro set (6-1, 6-2, 6-7, 6-3) il numero uno del mondo e vola in finale sul cemento della Rod Laver Arena. Un match incredibile, sicuramente il più importante e il più bello giocato finora a livello Slam, che consacra Jannik come protagonista assoluto del circuito. Domenica, su questo stesso campo, si giocherà il suo primo titolo Major.

La cronaca della semifinale di Melbourne tra Sinner e Djokovic

I primi due set sono un inno al “sinnerismo”, ossia praticamente alla perfezione applicata al tennis. Perfetto al servizio, perfetto in risposta, perfetto nello scambio, palle profondissime, mobilità incredibile, sempre in anticipo, mai un arretramento dalla linea di fondo. Tutto questo manda sostanzialmente fuori giri un Djokovic che non riesce a scalfire le certezze dell’altoatesino.

E arrivano così due set praticamente fotocopia con Sinner che centra due break per ognuna delle due frazioni di Nole che non riesce a procurarsi neppure una palla break. Il punteggio d’altronde (6-1, 6-2) lascia poco spazio ad altre interpretazioni.

Ma ci sono dati ancora più eloquenti a spiegare l’andamento di questi primi set: quattro ace per Sinner, zero per Djokovic, 56 punti vinti da Jannik contro 32 vinti da Nole e, soprattutto, 29 errori non forzati per il serbo e solo 8 per l’italiano. Non è sicuramente il miglior Djokovic finora, ma i meriti di Sinner nell’indurre il numero uno del mondo all’errore sono tantissimi.

Il terzo set è un’altra storia. Djokovic prende un po’ più le misure dell’avversario e Sinner torna “umano”, cominciando a commettere qualche errore in più. Arrivano più vincenti per Nole, che regge meglio lo scambio, soprattutto nei turni di servizio. Quanto basta per regalare al pubblico della Rod Laver Arena una partita equilibrata.

Fino al 5-5 arriva una sola palla break, per Sinner, nel primo gioco. Per il resto nessun rischio concreto di perdere il servizio per nessuno dei due. L’undicesimo gioco si mette abbastanza bene per l’italiano, che porta Nole i vantaggi, ma una pausa forzata di qualche per un malore in tribuna avvantaggia il serbo che al rientro trova un ace e una fortunata deviazione del nastro per uscire alla situazione difficile.

E si arriva così al tie-break, solitamente “terreno di caccia” preferito per serbo. Novak parte bene con un mini-break, ma viene prontamente recuperato da un Sinner sempre in palla. Djokovic però è un altro giocatore rispetto ai primi due set e si vede. Il tie-break è un ottovolante di emozioni ed è Sinner a procurarsi per primo il set point, che per lui sarebbe un match point. L’occasione ci sarebbe anche ma il colpo decisivo gli rimane in canna. E resta purtroppo per lui un’occasione sprecata, perché a portare a casa tie-break e set è Djokovic, che chiude 8-6, accorcia le distanze e rientra definitivamente in partita. E’ il primo set che Sinner perde in questa edizione dell’Australian Open.

Dopo un lungo toilet break del serbo, il quarto set riparte con un game di servizio che Sinner porta a casa a zero e, soprattutto, con un secondo game in cui Djokovic riesce a salvare tre palle break per l’italiano. Jannik ha poco da recriminare, ma numeri alla mano si tratta di un’altra occasione sprecata per mettere la testa avanti.

Ma Jannik è una macina e l’occasione arriva nel turno successivo di servizio di Djokovic, nella maniera più inaspettata. Sotto 40-0, Sinner non molla un punto e trova un break dal valore psicologico enorme. Siamo 3-1 per l’altoatesino.

Al che, Nole prova a riprendersi immediatamente il break, Sinner però riesce a cavarsela passando per i vantaggi. Copione simile nel nono game, quello in cui l’azzurro è chiamato a servire per il match e si trova sotto 15-30. Anche stavolta Jannik la spunta con grande freddezza e mette il sigillo su uno straordinario successo chiudendo con un 6-3.

1 commento

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