Epic fail dell’intelligenza artificiale, che imbarazzo a Wimbledon: ecco cosa è successo
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Il torneo di Wimbledon, il più prestigioso in assoluto del tennis internazionale, è incappato in una serie di errori che hanno creato grande imbarazzo all’All England Club di Londra e polemiche tra appassionati ed addetti ai lavori. Cosa è successo?

Wimbledon, imbarazzo e polemiche: cosa è successo

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Foto Atp Tour

È successo che da quest’anno gli organizzatori del torneo hanno deciso di affidarsi alla cosiddetta “IA” (intelligenza artificiale) per la produzione di contenuti per il proprio sito web ufficiale. Tali contenuti, però, risultano in alcuni casi inesatti o non all’altezza di una kermesse del livello di Wimbledon.

Wimbledon, gli strafalcioni dell’intelligenza artificiale

Adesso, giustamente, vi starete chiedendo: quali errori sono stati rilevati per scatenare questo polverone?

Innanzitutto, l’attuale numero 9 al mondo, l’australiano Alex De Minaur, è stato indicato come un tennista che gioca sotto la bandiera britannica. A tal proposito, il famoso giornalista Ben Rothenberg ha scritto su X: “È sinceramente offensivo che il torneo di tennis più più ricco del mondo stia affidando lavori di scrittura a una schifosa intelligenza artificiale”

Ma, come dicevamo poc’anzi, quello riguardante il tennista aussie non è l’unico strafalcione commesso dalla IA. Tra i casi più eclatanti, ad esempio, abbiamo Emma Raducanu indicata come giocatrice numero uno della Gran Bretagna, mentre invece è la numero tre alle spalle di Katie Boulter – fidanzata proprio di De Minaur – e Harriet Dart.

Oppure, lo stesso Ben Rothenberg ha segnalato un’analisi di un match femminile piuttosto grossolana: “No, nessun essere umano scriverebbe mai: «Yastremska ha trionfato sulla Podoroska nella partita del primo turno con ben 14 punti conquistati sulla seconda di servizio rispetto ai 12 di Podoroska». Davvero nessun essere umano ha mai valutato una partita di tennis in questo modo. La scrittura con intelligenza artificiale è terribile e ovvia”.

Altro giro, altro sfogo del giornalista: “Per essere chiari, Wimbledon paga ancora gli scrittori umani che fanno un ottimo lavoro, ma il loro sponsor IBM – che ottiene uno spazio digitale di prima qualità per mostrare queste sciocchezze spesso imprecise – è così sciocco. No, Swiatek non ha 43 vittorie consecutive. Ma certo, Pegula è «pronta ad affrontare il suo prossimo avversario»”.

Dulcis in fundo, come segnala il Daily Mail, abbiamo tenniste note ed affermate come Zhang Shuai (35 anni) e Daria Kasatkina (27 anni) inserite nel novero delle “giovani promesse” (“up and comers“).

Insomma, la domanda che si fanno tutti è: Wimbledon, che rappresenta la manifestazione più ricca del circuito maggiore, aveva davvero bisogno di sostituire parte della manodopera umana con l’IA o accettare una sponsorizzazione che lo prevedesse? Lasciamo a voi la risposta. Intanto, gli organizzatori non hanno ancora replicato ufficialmente alle critiche del pubblico.

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