Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. L’uno si è aggiudicato la finale dell’Atp 500 di Pechino in uno scontro diretto semplicemente epico. L’altro si è immediatamente riscattato trionfando al Masters 1000 di Shanghai e regalandosi la certezza matematica di chiudere il 2024 da leader del ranking mondiale. La loro rivalità continua, e sembrerebbe destinata ad entusiasmarci per la prossima decade.
Al netto di questo, la stagione tennistica che si avvia verso le sue fasi conclusive ci ha raccontato di un Jannik leggermente superiore al suo più grande nemico sportivo. Senza andare a pescare i primati più particolari fatti registrare dall’azzurro negli ultimi mesi, basta dare un’occhiata ai rispettivi rendimenti: Sinner 7 titoli, tra cui due slam; Alcaraz ‘soli’ 4 titoli, tra cui due slam. Il divario più grande tra i due, tuttavia, non sta nel numero dei trofei portati a casa, bensì nella continuità ad esprimersi ad altissimi livelli: il classe 2001 tirolese ha infatti accumulato ben 11920 punti, mentre il torello murciano 7120: un divario di 4800 lunghezze che racconta più di mille parole.
Durante quest’anno, dunque, appassionati ed addetti ai lavori si sono trovati giustamente a celebrare un tennista straordinario, capace, peraltro, nell’ardua impresa di lasciare fuori dal campo i continui tormenti relativi al caso doping. Oltre ad un immenso talento, una forza mentale incredibile, che si avvicina parecchio a quella mostrata da Big3 nel corso della loro leggendaria carriera. Qualità che fanno di lui un potenziale dominatore del circuito.
In tale contesto, però, c’è anche chi frena gli entusiasmi e va controcorrente, pur riconoscendo al nativo di San Candido qualcosa di speciale. Ci riferiamo a Corrado Barazzutti, ex tennista ed ex capitano dell’ItalDavis, nonché attuale membro dello staff di Lorenzo Musetti. Il 71enne friulano si è soffermato sul dualismo tra Jannik e Carlos in un’intervista rilasciata ai microfoni di Libero.
Barazzutti: “Sinner come Djokovic, ma Alcaraz…”
“Sinner non finisce più di stupire, vero? Sì. E non solo per i grandi risultati che sta ottenendo, due Slam e tre 1000 vinti nel 2024 lo testimoniano, ma anche per i miglioramenti”, ha esordito Barazzutti, spiegando poi che la crescita di Jannik è il frutto della sua “voglia di applicarsi” e della “capacità del suo staff che gli sta dando consigli azzeccati”.
L’ex capitano dell’Italia si è anche soffermato sul paragone tra il giovane azzurro e Novak Djokovic, che ha preso quota nelle ultime ore dopo che lo stesso serbo ha praticamente investito Jannik come suo erede. “Sinner sta per diventare il nuovo Nole? Decisamente sì. Sono due campioni che hanno molte caratteristiche in comune: amano colpire da fondo campo, muovono il gioco e lo comandano e non amano particolarmente scendere a rete”, ha affermato Barazzutti. Che poi, interrogato su «cosa ammira in particolare del tirolese», ci ha tenuto a sottolineare: “La solidità nel momenti decisivi, uno che vince 20 tie-break su 22 giocati vuol dire che sa bene cosa fare quando la situazione scotta. Quello che non aveva due anni fa era la capacità di concentrazione e la mentalità vincente che ha acquisito. Non ha più le pause che aveva dimostrato, per esempio, nel 2022″.
Come dicevamo poc’anzi, Sinner versione 2.0 è al momento il giocatore più forte al mondo, secondo la maggior parte dei seguaci della racchetta. Ma Barazzutti ha un’idea un po’ diversa a riguardo: “Di Jannik abbiamo detto. Alcaraz possiede un arsenale di colpi oggettivamente più completo. Il suo tennis si avvicina molto a quello di Federer, è vario e in grado di generare maggiore versatilità anche nei momenti di difficoltà. Penso che lo spagnolo, se in giornata, abbia ancora qualcosina di più. Inoltre, non dimenticatelo, ha due anni in meno di Jannik e quindi la possibilità di alzare ulteriormente il proprio livello di gioco come ha fatto e sta facendo ora l’italiano”. Poi un altro appunto tecnico a marca iberica: “Alcaraz ha un tipo di gioco che può dare fastidio a Sinner. Il suo tennis poco monocorde e fantasioso come era quello di Federer famale”.
Nel finale, però, Barazzutti è tornato a far battere il suo cuore Tricolore rispondendo così alla domanda su un possibile trionfo di Jannik alle Nitto Atp Finals di Torino: “Può vincerle? “Assolutamente sì. Non ci arriva da numero 1?”.
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