Il tennista romano, reduce dalla beffarda eliminazione di Rotterdam, incassa la rivelazione del CT azzurro: curioso retroscena
Niente da fare. Non è bastato lottare, rispondere colpo su colpo, andare anche vicino alla vittoria, salvo poi abdicare al cospetto di uno degli avversari incontrati nell’ultima finale di Coppa Davis. È durata lo spazio di un solo match l’avventura di Matteo Berrettini in quel di Rotterdam, sconfitto al tie-break del terzo set dall’idolo di casa Tallon Griekspoor, una delle vittime dello strapotere dell’Italtennis in quel di Malaga.

Dopo la cocente eliminazione già patita a Melbourne nel match di secondo turno contro la bestia nera Holger Rune – addirittura due i set point, ed in due diversi parziali, quelli sprecati dall’ex numero 6 del mondo contro il danese – Matteo non è riuscito a superare il suo ostico avversario.
Non mancheranno occasioni, per l’ex allievo di Vincenzo Santopadre, per togliersi altre soddisfazioni coniugando la gloria con la pratica ranking: troppo importante, per Berrettini, rientrare stabilmente nei primi 32 del mondo in vista dei tabelloni dei tornei del Grande Slam e degli stessi tornei ATP 1000 e 500.
A conti fatti, l’ultima grande gioia sul campo provata dal 28enne romano resta la grande vittoria ottenuta in Coppa Davis assieme a Jannik Sinner e compagni. A proposito del punto decisivo ottenuto in coppia dal leader del ranking mondiale e dal finalista di Wimbledon 2022 contro l’Argentina, il CT Filippo Volandri è tornato a parlare di quei giorni. E della grande attesa per il match da dentro-o-fuori giocato e vinto dai due alfieri azzurri.
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“La ricerca maniacale dei dettagli da parte di Sinner fa la differenza“, ha esordito il Capitano. “Lui si diverte anche come un pazzo. Gli piacciono i momenti complicati. Ricordo il doppio decisivo contro l’Argentina. Io e Matteo Berrettini eravamo tesi“, ha proseguito.

“Jannik ci guardò e disse ‘Ma quanto sono fighi questi momenti’. Ci ha lasciati senza parole. Lui non vede l’ora di giocare queste partite e vivere questi momenti“, ha rivelato con ammirazione sempre viva Volandri.
Giova ricordare che, al netto di una preoccupazione pre-impegno confermata dallo stesso CT, Matteo dominò la tensione in modo esemplare, trascinando perfino Jannik ad una vittoria che, a conti fatti, è stata ultra decisiva nel trionfo azzurro in Andalusia.
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