La vicenda doping che ha riguardato Jannik Sinner si porta dietro ancora degli strascichi: nel mondo del tennis c’è chi ha paura.
La vicenda doping che riguardava Jannik Sinner è terminata prima del previsto. La sentenza del TAS di Losanna era attesa per il 16 o 17 aprile ma i legali del numero uno al mondo e la WADA hanno scelto di percorrere la strada del patteggiamento. Sinner è stato così squalificato per tre mesi, precisamente dal 9 febbraio al 4 maggio: il campionissimo altoatesino tornerà in campo agli Internazionali d’Italia a Roma.

Per l’ITIA (International Tennis Integrity Agency) il vincitore di tre titoli del Grande Slam non aveva commesso né colpe né negligenze: non la pensa così la WADA, che crede alla contaminazione involontaria ma ritiene che Sinner e il suo staff siano stati negligenti. Il rischio per Sinner era una squalifica di almeno un anno: per questo si è preferito cercare un accordo per risolvere la questione il prima possibile. Ora però il caso Sinner sta suscitando non poca preoccupazione nel mondo del tennis.
Le rigide regole antidoping hanno fatto scattare l’allarme tra i tennisti e le tenniste dei circuiti ATP e WTA, terrorizzati dal fatto che potrebbe bastare davvero una minima disattenzione per ritrovarsi con una squalifica. Aryna Sabalenka, attuale numero uno al mondo, ha detto chiaramente di avere paura dopo quanto accaduto a Jannik Sinner.
Terrore dopo Sinner: non ci si può più fidare
“Prima non mi importava di lasciare il mio bicchiere d’acqua e andare in bagno in un ristorante e ora non berrò più dallo stesso bicchiere d’acqua”, le parole della 26enne bielorussa, che poi ha chiarito ancora meglio il suo pensiero. Sabalenka si è infatti soffermata sugli attacchi ricevuti da Sinner per una contaminazione: qualcuno, come il grande accusatore Kyrgios, non crede alla buona fede di Jannik.

“Diventi semplicemente troppo spaventato dal sistema. Non vedo come potrei fidarmi“, ha aggiunto Aryna Sabalenka, che non nomina mai Jannik Sinner ma fa chiaramente riferimento al caso che ha riguardato il dominatore del circuito ATP. L’Agenzia Mondiale Antidoping, come noto, aveva presentato ricorso contro l’assoluzione dell’ITIA per la quantità infinitesimale di Clostebol trovata nel corpo dell’atleta italiano nel marzo 2024 durante il Masters 1000 di Indian Wells.
Sinner e il suo staff avevano chiarito che si era trattata di una contaminazione e non di un’assunzione: il fisioterapista del 23enne di San Candido, Giacomo Naldi, si era infatti curato una ferita alla mano con un prodotto spray contenente Clostebol e aveva poi massaggiato Jannik a mani nude. L’ITIA aveva assolto Sinner ma poi è arrivato il ricorso della WADA.