Non c’è pace per Carlos Alcaraz, la nuova bordata arriva ancora da un connazionale: il messaggio è chiarissimo
Reduce dal trionfo a Montecarlo e dalla sconfitta in finale a Barcellona, Carlos Alcaraz ha dovuto rinunciare al Masters 1000 di Madrid per un duplice infortunio. «Ho avuto un problema all’adduttore destro, ma si è presentato anche un’altra problematica al bicipite femorale sinistro», ha rivelato il classe 2003 murciano nella conferenza stampa tenuta per spiegare il suo forfait nella capitale spagnola.

Nonostante l’assenza dal campo, tuttavia, il giovane iberico è riuscito comunque a ritagliarsi un ruolo da protagonista nell’ultima settimana. Lo ha fatto però suo malgrado, ‘grazie’ alle numerose polemiche che ha scatenato “A modo mio“, il documentario sulla sua vita rilasciato da Netflix lo scorso 23 aprile.
Sgombriamo il campo dagli equivoci: il contenuto è bello, emozionante e realizzato in maniera autentica, e ha generato grande apprezzamento tra appassionati ed addetti ai lavori. Ma a destare scalpore sono state alcune considerazioni del suo coach, Juan Carlos Ferrero.
Alcaraz e l’approccio al tennis professionistico: arriva una nuova bordata!
In una delle puntate, infatti, il 45enne ex numero uno al mondo ha espresso alcune perplessità sul percorso di Carlitos, accusandolo di una professionalità non proprio di primissimo ordine rispetto a quelle che sono le sue ambizioni. “Comincio a dubitare che Carlos possa diventare il miglior giocatore della storia per il suo approccio al lavoro e al sacrificio. È così diverso da quello dei Big Three”, ha sottolineato il coach nel documentario.
Le parole di Ferrero hanno fatto tanto rumore da arrivare proprio in conferenza stampa a Madrid, dove numerosi esponenti del mondo della racchetta sono stati chiamati a commentare la vicenda. Tra questi c’è anche Roberto Bautista Agut, esperto tennista spagnolo che – a differenza di altri colleghi – ha espresso il suo punto di vista con molta severità.

“Credo che il tennis di altissimo livello richieda una dedizione totale”, ha esordito il 37enne di Castellón de la Plana. “Non penso che Carlos possa vincere gli Slam andando a dormire alle sette del mattino“, ci ha tenuto a sottolineare.
Poi Bautista ha rincarato la dose dicendo: “Il tennis è molto esigente, ora certamente tutto è molto bello, e lui è molto giovane: ma secondo me deve capire che se vuole eguagliare i numeri dei tre fuoriclasse deve giocare quindici anni ad altissimo livello“.
Infine, una carezza condita dalla previsione che presto le cose potrebbero cambiare in senso positivo: “Lo considero una persona intelligente e sono sicuro che con il passare del tempo si renderà conto di ciò di cui ha bisogno per mantenersi a quel livello e che lo metterà in pratica”.
Staremo a vedere. Certo è che non siamo sicuri che tutto questo frastuono possa aiutare Carlitos nel suo processo di maturazione.