Lorenzo Musetti e l’ascesa nel gotha del tennis mondiale, ecco tutta la verità: il racconto è semplicemente da brividi!
Reduce da una straordinaria parentesi sulla terra battuta, Lorenzo Musetti si è preso qualche giornata di pausa al fine di smaltire al meglio l’infortunio accusato in semifinale al Roland Garros.
Il 23enne tennista toscano tornerà in campo tra circa una settimana, e lo farà al torneo di Wimbledon, il terzo slam stagione in cui dovrà difendere la semifinale centrata nel 2024. Una missione complicata, ma assolutamente realizzabile per lui, che negli ultimi tempi ha fatto registrare il definitivo salto di qualità.

Muso, infatti, grazie agli ottimi risultati ottenuti in questo inizio di stagione, ha raggiunto per la prima volta in carriera la top-10 della classifica mondiale, riuscendo a spingersi fino alla sesta posizione (oggi è numero 7). Un traguardo meritatissimo, specialmente per come maturato e per gli sforzi compiuti durante il suo percorso.
La bella notizia è che tutto lascia presagire che siamo solo all’inizio di una (ulteriore) storia sportiva ricca di soddisfazioni per il tennis italiano. Intanto, proprio sul percorso di Musetti – cominciato una quindicina di anni fa a La Spezia – si è soffermato colui che l’ha cresciuto e visto sbocciare: coach Simone Tartarini.
Musetti: da La Spezia alla top-10, passando per il bronzo alle Olimpiadi. Il racconto di coach Tartarini
«Abbiamo viaggiato in tutto il mondo insieme. Musetti è passato da ragazzino ad adolescente, e ora ad adulto e padre. È un percorso che abbiamo percorso insieme: siamo cresciuti insieme in ogni senso della parola negli ultimi 15 anni», ha esordito Simone Tartarini ai microfoni del sito ufficiale dell’Atp.
Poi ha svelato un retroscena che in pochi conoscevano prima d’ora: «Io non sono nato come allenatore, ma come maestro di tennis. Quando è diventato professionista, questo ha portato alcuni a credere che fossi inadeguato ed inesperto, dopo le prime sconfitte».

«Abbiamo dovuto lottare contro chi la pensava in quel modo: tra me e Lorenzo c’è un rapporto molto forte, costruito su valori solidi. Per questo abbiamo dovuto chiuderci nel nostro cerchio e concentrarci su ciò che conta davvero», ha sottolineato il tecnico ligure.
Dopo tanta fatica, tuttavia, sono arrivate bellissime soddisfazioni. E secondo Tartarini i risultati di Muso sono strettamente legati alla sua crescita fuori dal campo: «Ora, come giocatore, è uno che accetta di più le cose. In passato, quando le cose non andavano bene, faceva fatica ad adattarsi. Faceva fatica ad accettare di giocare male o di colpire male la palla. È molto legato all’aspetto tecnico del gioco, ed essendo un giocatore basato sulle sensazioni, quando non sentiva bene la palla, perdeva completamente la partita. Quest’anno, a poco a poco, quella maturità fuori dal campo ha iniziato a mostrarsi in campo. Ha iniziato ad accettarsi di più e, come dice lui, sta imparando a sporcarsi le mani un po’ di più. Quindi, partite che prima perdeva, ora riesce a vincere. Ma è ancora un percorso tutt’altro che finito. Forse ci vorrà un altro anno o due, ma credo davvero che il suo successo sia legato soprattutto a ciò che accade fuori, più di ogni altra cosa».
Il passaggio su quella che rappresenta – finora – la gioia più grande del percorso: «Per me e Lorenzo, vincere la medaglia olimpica (il bronzo a Parigi 2024, ndr) è stato probabilmente il momento più emozionante. Un traguardo enorme, 100 anni dopo l’unica medaglia nel singolare maschile. Raggiungere la semifinale di uno Slam è fantastico, ma non ti porti a casa il trofeo. Quindi quella medaglia è stata una tappa fondamentale per noi».
Infine, altro retroscena che la dice lunga sui valori che appartengono al giovane azzurro: «Lorenzo sente su di sé il riconoscimento, da parte di tutti, nel rappresentare il tennis italiano. Vuole fare in modo che i bambini si sentano ispirati e che lui rappresenti il tennis nel miglior modo possibile“.