Il campione serbo ha parlato dopo il netto successo contro il connazionale Kecmanovic al terzo turno: tanti i riferimenti a Jannik Sinner
Il primo obiettivo è stato raggiunto: arrivare alla seconda settimana di Wimbledon per poi iniziare a sognare sul serio qualcosa che sembra impossibile, che forse è troppo perfino per una leggenda come lui, ma che resta lì come grande ambizione per chiudere al meglio una carriera senza eguali.

Novak Djokovic lo ha detto a più riprese anche nei mesi scorsi: dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere – l’ultimo tassello, quell’oro Olimpico rincorso per una vita intera, è stato apposto meno di 12 mesi fa – il suo ultimo sogno è quello di diventare il primo ed unico tennista della storia (donne comprese) a riuscire a vincere il 25esimo titolo del Grande Slam.
Tra il nativo di Belgrado e la missione quasi impossibile che si è prefissato, ci sono ostacoli quasi insormontabili, che rispondono al nome di Carlos Alcaraz, che lo ha battuto due volte di fila nell’ultimo atto dei Championships, e quel Jannik Sinner che contro il serbo è in serie aperta di vittorie addirittura dalla Coppa Davis del 2023.
Proprio sulle capacità e lo stile di gioco del numero uno del mondo si sono concentrate alcune delle dichiarazioni dello slavo nella conferenza stampa tenutasi nella pancia dell’All England Club dopo l’affermazione di Nole al terzo turno contro il connazionale Miomir Kecmanovic.
Djokovic e le similitudini con Sinner: parole lusinghiere
“In termini di stile di gioco, credo che io e Jannik abbiamo parecchie somiglianze. Cerchiamo di colpire la palla presto, di essere aggressivi e di dominare lo scambio sulla linea di fondo. Lo ricordo da ragazzino: credo avesse 13 o 14 anni quando l’ho incontrato e ho giocato con lui. Anche allora, era snello e alto“, ha esordito il fuoriclasse serbo.

“Si vedeva che aveva un ottimo tempismo e velocità nei colpi. Usa la mia stessa racchetta, ci sono parecchie somiglianze. È unico a modo suo. Il lavoro che ha fatto con il suo team negli ultimi due anni è stato straordinario in termini di miglioramento: servizio, movimento, precisione. Tutti parlano della velocità dei suoi colpi, ma il suo tempismo è incredibile. Ora è super preciso e mette costantemente sotto pressione gli avversari perché gioca così velocemente. Sono contento di aver potuto influenzarlo in modo positivo, perché ammiravo il suo gioco anche prima“, ha concluso Djokovic.