Novak Djokovic e il ritiro, la sentenza è chiarissima e lascia senza parole gli appassionati: ecco come stanno le cose
Reduce dalla semifinale al Roland Garros, Novak Djokovic è tornato protagonista sull’erba di Wimbledon dimostrando per l’ennesima volta che nei tornei del Grande Slam alza sempre l’asticella. Il 38enne serbo, infatti, ha superato senza particolari difficoltà gli ostacoli Muller, Evans, Kecmanovic e De Minaur raggiungendo i quarti di finale.

Quest’oggi Nole scenderà in campo per affrontare il ‘nostro’ Flavio Cobolli per una sfida che lo vede nettamente favorito. Qualora dovesse rispettare i pronostici della vigilia, sarà poi al cospetto del vincente della sfida tra l’attuale numero uno al mondo Jannik Sinner e l’americano Ben Shelton. Nel primo caso, si tratterebbe di una rivincita del penultimo atto di qualche settimana fa sulla terra rossa parigina.
Djokovic, il momento del ritiro è ancora lontano? La ‘sentenza’ di Kecmanovic è chiara
Se Nole riuscirà ad avanzare sul verde britannico solo il campo può dirlo, e lo scopriremo molto presto. Intanto, nelle ultime ore ha generato grande scalpore tra appassionati ed addetti ai lavori un’altra ‘sentenza’ riguardante il nativo di Belgrado. Ad emetterla è stato un suo connazionale, che prospetta per lui un futuro ancora ricco di successi e soddisfazioni. Ci riferiamo a Miomir Kecmanovic.

Il 25enne serbo si è soffermato sull’argomento proprio a margine della partita che l’ha visto uscire sconfitto contro Djokovic al terzo turno. «È stato pazzesco», ha esordito ai microfoni di Sportklub. «Era difficile fare punti anche servendo bene, ti chiedi cosa fare in campo quando Novak gioca a quel livello. Ho affrontato la partita senza paura e non mi sono messo pressione, ma il suo livello era altissimo. Se continua a giocare così, penso che possa vincere altri 20 titoli del Grande Slam!», ha sottolineato.
«Partite come questa contro Djokovic mi motivano a continuare a migliorare, ma sono certo che solo tre giocatori possono raggiungere quel livello di prestazioni in questo momento: Sinner, Alcaraz e Novak. È incredibile quanto sia preparato fisicamente; ha un servizio molto costante e vario, in termini di effetto, direzione e velocità, per non parlare dell’aspetto mentale. Mi è sembrato di essere tornati al 2011 o al 2015», ha aggiunto Kecmanovic riferendosi agli anni in cui Djoker era praticamente imbattibile.
«Quando giochi con Jannik, Carlos e Novak, puoi vedere che impongono un ritmo diverso e che non concedono nulla. Alzano il livello quando più ne hanno bisogno, ti costringono a giocare oltre i tuoi limiti per molto tempo e alla fine ti ritrovi esausto fisicamente e mentalmente. La cosa più letale del loro tennis è che giocano bene anche quando hanno una giornata storta», ha concluso.
Insomma, altro che ritiro: chi riteneva Djokovic “bollito” ha preso un bel granchio.