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Il successo, i guai e l’equilibrio portato da Ferrer: Sascha Zverev angelo e demone
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Continua il momento d’oro (in campo) di Alexander Zverev che, dopo aver vinto consecutivamente i due tornei di Colonia, a Parigi batte Wawrinka (giustiziere di un certo Rublev) e un sempre più in forma Rafa Nadal, regalandosi la finale contro il russo Medvedev: un quasi derby! A prescindere da come andrà il match c’è già una prima certezza: in questo 2020, il tedesco si è rilanciato alla grande, grazie a una continuità di rendimento, mostrata finalmente anche negli slam. La semifinale a Melbourne e la finale agli Us Open sono la dimostrazione che a breve queste competizioni potrebbero non essere più un tabù per il giovane tennista, che annovera nella sua bacheca ‘solo’ le ATP Finals come trofeo simil-slam. Tuttavia, come a volte capita, essere un grande sportivo non è sinonimo di una raggiunta maturità fuori dal campo. Questo sembrerebbe essere proprio il caso di Sascha Zverev.

Zverev sulle montagne russe: dai successi in campo alla vita privata a dir poco discutibile

Nel suo corpo scorre sangue vittorioso di origini russe che fanno pendant con le vicende della sua vita privata e professionale, caratterizzata da vorticosi sali e scendi. Alexander Zverev è, attualmente, uno dei più insigni rappresentanti del tennis mondiale ma anche emblema di quel turbinio di sregolatezze e malefatte che rischiano di mettere in pericolo l’uomo e chi gli sta attorno. Infatti oltre che per gli ottimi risultati in campo, che sta ottenendo anche grazie all’ausilio del nuovo coach David Ferrer, Sasha sta finendo sulle prime pagine dei giornali per incresciosi eventi, che se fossero confermati lo metterebbero nei guai. Negli scorsi giorni, l’ex fidanzata del tennista, Olga Sharypova, lo ha accusato di maltrattamenti fisici e di violenze psicologiche, mentre sempre un’altra sua ex fiamma, Brenda Patea, ha confessato di essere incinta dello stesso tedesco, ma di non voler avere più nulla a che fare con lui a causa del suo carattere. Zverev ha negato la veridicità delle accuse di violenza e, al momento, non ha replicato riguardo una sua possibile paternità. Il sollevarsi da ogni responsabilità sembrerebbe essere il suo secondo sport preferito. A tale sconcertante situazione si aggiungono la controversa uscita di Sascha allo scorso Roland Garros quando affermò di aver giocato con la febbre (in tempo di Covid…), e la tempesta mediatica in cui fu coinvolto lo scorso luglio in virtù della sua partecipazione ad un beach party mentre avrebbe dovuto essere in isolamento per la vicenda dell’Adria Tour. Comportamenti irresponsabili da condannare senza se e senza ma, e vicende oscure che gettano ombra sulla sua integrità morale e di uomo. “La grandezza dà celebrità ma la celebrità non è garante di grandezza”

Basterà Ferrer a riportarlo sulla retta via?

Tuttavia, nella vita del giovane, uno di quei famosi sliding doors potrebbe essere già avvenuto: come detto in precedenza, da qualche mese, il suo nuovo coach è un certo David Ferrer. Un connubio che potrebbe risultare piuttosto singolare se ci si limitasse a considerare l’enorme distanza stilistica (oltre che caratteriale) tra i due. Ma un significativo episodio potrebbe aver annullato tale distanza: l’iberico giocò proprio contro Zverev il suo ultimo match ufficiale e, a fine partita, il tedesco chiese al pubblico la standing ovation per onorare la leggenda al passo d’addio. Un gesto semplice, ma anche sinonimo di stima e ammirazione. Il feeling sbocciò proprio in quell’occasione, e il forte legame potrebbe essere fondamentale nel percorso di crescita dell’ormai ex next gen. Il sodalizio tra il tennista classe ‘97 e David Ferrer è iniziato a luglio ed andrà avanti almeno fino a fine anno, come recentemente comunicato. David Ferrer è stato un esempio encomiabile di sportività ed educazione, dentro e fuori dal campo, e si spera riesca a trasmettere tutte le sue virtù al nuovo indomabile allievo. In particolare, ci si augura che lo spagnolo possa indurre Zverev a una maggiore consapevolezza di sé stesso, che lo possa portare alle luci della ribalta non tanto in quanto tennista vincente di uno slam, ma in quanto giovane uomo alla conquista della maturità.

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