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Vince, perde, litiga con il coach (che se ne va) e rinasce: Medvedev, più genio o più sregolatezza?
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Tre ore e sei minuti di Daniil Medvedev, all’ennesima potenza. Co-protagonista Filip Krajinovic, che stava per compiere l’impresa di giornata agli Australian Open. Stava… perché quando il russo sembrava aver buttato tutto alle ortiche, ecco che improvvisamente torna in sé e non gli concede più neppure un game.

I primi due set tra il numero 4 e il numero 33 del mondo volano via come tutti avevano previsto, cioè con Medvedev a comandare il gioco e il risultato abbastanza agevolmente. Doppio 6-3 e partita incanalata verso la modalità passeggiata per uno dei favoriti per la vittoria finale in quel Melbourne.

Me nel deserto degli spalti vuoti della Rod Laver Arena (da qualche ora è scattato un nuovo lockdown) scatta nella testa del russo quella scintilla di follia che spesso gli si accende, accecandolo e condizionando negativamente il suo gioco. Daniil si innervosisce, il suo servizio non funziona più, litiga con il coach Gilles Cervara (che abbandona gli spalti) e subisce il fragoroso ritorno dell’avversario, che vince 6-4, 6-3 le due frazioni successive.

Si va così al quinto, con la netta sensazione che Medvedev abbia perso il controllo del match. E invece, quando tutti lo danno ormai per spacciato, eccolo rientrare in campo dopo un medical time-out e piazzare un devastante 6-0 in 25 minuti, trovando così la prima vittoria al quinto set in carriera.

Insomma una partita in cui si è visto veramente di tutto da parte del russo. Ma cosa ci dice davvero questo match? Medvedev ne esce rafforzato o le sue quotazioni sono ridimensionate? Ce lo diranno le prossime partite, a cominciare dall’ottavo di finale contro un sorprendente Mackenzie McDonald.

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