I timidi segnali di ripresa di Marco Cecchinato, lasciati intravvedere nella seconda metà del 2020, sono solo uno sbiadito ricordo. Il 28enne siciliano è stato sconfitto nel secondo turno dell’Open di Sardegna dal tedesco Yannik Hanfmann, che, nonostante il nome che ricorda quello del nostro Sinner, non è propriamente l’uomo più talentuoso del circuito.
Buon giocatore, per carità. Soprattutto sulla terra molto solido e rognoso. Non abbastanza, però, per giustificare il netto 7-5, 6-1 con cui, specialmente nel secondo set, ha scherzato contro un Cecchinato che è solo il lontano parente di quel tennista che nel 2018 aveva stupito il mondo e che, come dicevamo, nella seconda parte di stagione del 2020, aveva dimostrato di essere ancora un giocatore di tutto rispetto, specie sull’amata terra rossa.
Specialmente a Roma e al Roland Garros, e poi con la finale raggiunta nell’Open di Santa Margherita di Pula, il “Ceck” sembrava sulla strada giusta, con la nascita del primo genito e una serenità ritrovata anche grazie al nuovo coach.
In questo 2021, però, sono arrivate finora solo delusioni. Quella contro Hanfmann è la settima sconfitta su nove gare in stagione. Troppo poco per un tennista che tre anni fa era in top-20, raggiungeva la semifinale del Roland Garros e vinceva due tornei Atp. Quello che si è visto a Cagliari è purtroppo ancora la brutta versione di Cecchinato: insicuro, falloso e nervoso, incapace di trovare soluzione che possano aiutarlo ad uscire dalle situazione di difficoltà.