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La crisi dell’industria tennis, il sogno top-100 e la “sua” Napoli: Lorenzo Giustino a tutto campo
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Lorenzo Giustino è un tennista napoletano attualmente numero 174 del ranking Atp. Nel corso della sua carriera ha conquistato 10 titoli tra Itf e Challenger, ma ciò che l’ha reso ulteriormente famoso è stata la straordinaria battaglia dello scorso settembre al Roland Garros contro il francese Corentin Moutet. Occasione in cui il partenopeo ebbe la meglio dopo oltre sei ore di gioco, iscrivendo il suo nome nella storia dello Slam parigino.

Giustino ci ha concesso in esclusiva un’intervista a tutto campo. Di seguito le sue parole.

L’INTERVISTA A LORENZO GIUSTINO

Salve Lorenzo, come sta e come sta vivendo da tennista questo prolungarsi della Pandemia?

“Mi sento in perfetta forma, ma ovviamente il periodo è molto complesso. Soprattutto per quanto riguarda l’industria del tennis in generale. E ciò si evince da diverse cose: dalla riduzione dei tornei all’abbassamento dei Prize Money, fino ad arrivare ai problemi che riguardano la logistica e gli spostamenti. Tante competizioni sono state cancellate, altre si stanno disputando senza pubblico. Diciamo che non è un periodo semplice, ci sono tanti giocatori a cui mancano gli stimoli per continuare. Ci sono tante restrizioni, obbligazioni, i palazzetti vuoi: tutte cose che rendono la situazione complessa. In ogni caso, credo che il Management non stia gestendo bene il nostro sport. Ma è anche vero che si è trattato di una crisi inaspettata e dunque non si può pretendere la perfezione”.

Come sta funzionando il circuito Challenger?

“Stiamo comodissimi, può sembrare assurdo ma è molto più facile competere nei Challenger rispetto a farlo a livello Tour Atp o in altre manifestazioni. Viviamo un po’ più di libertà, i circoli sono più tranquilli. A Roma, ad esempio, sono organizzati molto bene. Abbiamo i nostri spazi, l’hotel è vicino ai campi e poi stiamo nel verde. Ci sentiamo più a casa”

Qualche giorno fa è stata pubblicata l’entry list ufficiale delle qualificazioni al Roland Garros, che sensazione sarà tornare a Parigi dopo l’impresa dello scorso settembre?

“Quest’anno sarà diverso rispetto alla passata stagione. L’anno scorso il torneo si è svolto in un periodo diverso con delle condizioni diverse. Ho giocato tutti i miei match a temperature sotto i dieci gradi. Tra qualche settimana, invece, avremo temperature di oltre venti gradi. Le condizioni metereologiche influiscono tanto nel tennis. Inoltre, sarà un Roland Garros molto vicino, sono passati pochi mesi. Ancora non è passato un anno eh! (ride, ndr). Purtroppo questo non va a mio favore, perché la decisione di togliere i punti guadagnati l’anno scorso… cioè non li ho tenuti neanche un anno. Non è una buona notizia per il mio ranking. In ogni caso, spero di ottenere un gran risultato!”.

Che peccato, invece, che non ci sarà agli Internazionali di Roma!

“Per quanto riguarda gli Internazionali, purtroppo il nostro Management ha deciso di tagliare i posti nelle qualificazioni. Il mio ranking attuale, quindi, non mi permette di prendere parte a questa competizione. Non capisco il perché di queste scelte, stanno limitando i posti di lavoro della gente. Dicono sempre che tali decisioni le stanno prendendo in virtù della situazione del Covid, ma noi giocatori ormai ne dubitiamo (ride, ndr)”.

Dunque, prima di Parigi, quali saranno i suoi prossimi impegni?

“Continuerò a giocare nel circuito Challenger, perché ad oggi è dura migliorare il ranking. Anche se magari uno fa risultati, sale di livello e gioca bene, non riesce a scalare la classifica. Questo sistema favorisce sempre gli stessi perché loro non perdono punti e posizioni. Inoltre ci sono pochissimi tornei in tutto il mondo. Siamo fermi da due anni ormai”.

Stanno girando storie interessanti nei Challenger, tra cui il ritorno di Kokkinakis. Come vede l’australiano?

“Kokkinakis ha giocato ad altissimi livelli da giovanissimo, poi ha avuto un cammino costellato di infortuni. Ora lo vedo bene, è un grande giocatore. Ha battuto Gaio, io ero lì ad assistere al match e ho visto che ha mantenuto una solidità mentale importante nel secondo e nel terzo set. Mi dispiace, ovviamente, per il mio compagno Federico. Ma oggi giorno il livello dei Challenger è molto altro: ti può capitare chiunque, anche un Kokkinakis al primo o al secondo turno”.

Poi c’è questo Vit Kopriva che si sta comportando egregiamente. Che giocatore è?

“Devo dire la verità: la settimana scorsa contro di me questo ragazzo ha disputato un gran match. Ha giocato, per lunghi tratti, a livelli altissimi. Io ero in forma e potenzialmente potevo puntare in alto, ma è riuscito a sconfiggermi. Anche in altri tornei ha sempre dato filo da torcere a tutti, battendo anche qualche top-100. Stesso qui a Roma ha battuto Dellien, che fino a poco fa era piazzato in quella parte di graduatoria. Penso che, se continua così, andrà molto avanti questo ragazzo”.

L’obiettivo per il 2021 è la top-100?

“Sì, spero di riuscire ad entrarci. È tutto questione di prendere ritmo. Personalmente, dall’infortunio patito nel 2019, nel mio periodo migliore quando ero a ridosso dei cento, non sono riuscito a rientrare con una grande costanza e a macinare risultati tutte le settimane. Ho sempre avuto problemini fisici. Ho alternato buone settimane a molti black out. Ora, invece, sicuramente posso puntare a raggiungere gli altri 10 azzurri in top-100. Tutto dipende dalla continuità che riuscirò ad avere. In questo momento pare che io stia meglio, spero di mantenere questo livello per i prossimi mesi. Sto lavorando duro per questo! E cercherò un “+” già dai prossimi impegni. Io ci credo. Penso che ancora non sia arrivato ai miei massimi livelli, so di avere molte cartucce ancora da sparare”.

Cosa è successo al movimento tennistico femminile italiano? Perché non riesce a seguire la scia di quello maschile?

“L’anno scorso al Roland Garros le nostre giocatrici hanno fatto vedere grandi cose, ma non saprei perché per il resto siano in difficoltà. Forse è tutta una questione di tendenza: il fatto che nel maschile ci siano più giocatori tra i primi cento magari sprona tutti gli altri a migliorarsi. Ognuno si carica e si convince di potercela fare: ‘C’è qualcuno che ce l’ha fatta, quindi posso farcela ancora io’. In questo caso, a livello femminile, non aiuta il fatto che siano scomparse determinate tenniste dal movimento”.

Chiudiamo in bellezza: che emozione è stata battere Corentin Moutet al Roland Garros 18-16 al quinto set dopo oltre sei ore di gioco?

“Ehm non saprei. Adesso che ci ripenso, prima cosa spero di non giocare mai più in vita mia una partita così lunga (ride, ndr). Però è stata una sensazione pazzesca, ed è stato bellissimo tutto quello che ha generato, compreso i complimenti. È stata una sfida che rimarrà nella storia. Incredibile, pazzesco, indescrivibile, irripetibile”.

Quante ore ha dormito successivamente?

“Davvero poche, perché stavo veramente male. Uno sforzo fisico simile è troppo per chiunque, non si recupera neanche in due giorni”.

Dopo quella battaglia arrivarono anche i complimenti della SSC Napoli, la squadra della sua città.

“Si ricordo benissimo, ricevere le congratulazioni del Napoli è stato pazzesco. Ora quando vengo a Napoli la gente addirittura mi riconosce. È una bella soddisfazione devo dire la verità. Spero di darne molte di più alla mia città e mi auguro che tutta la gente di Napoli in futuro sarà ancora orgogliosa di me”.

Tutta la città tifa per lei, lei tifa per il Napoli?

“Certo! Non seguo moltissimo il calcio, ma tifo per gli azzurri. Spero che riusciranno a qualificarsi per la prossima Champions League. Mi fa caldo al cuore ogni volta che la squadra riesce a conquistare qualche trofeo. Spero che il Napoli riuscirà a vincere qualcosina in più. Vedo che ogni anno arriva vicino a qualcosa di importante. Mi auguro che prossimamente possa arrivare lo Scudetto, sarebbe stupendo”.

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