Ogni giorno, in tutto il mondo, sono consumate centinaia di migliaia di palle da tennis. Ci siamo quindi chiesti: quanto sono dannose per l’ambiente? La risposta, purtroppo, lascia poche speranze.
Come sono composte le palline
Le palline da tennis sono composte da gomma e lana (o nylon) e sono compresse fino a raggiungere un perfetto bilanciamento per rimbalzare in maniera impeccabile. In seguito, vengono racchiuse in un tubo rigorosamente di plastica. Tutto il processo si svolge con materiali non riciclabili che danneggiano molto l’ambiente. Per intenderci, una sola pallina impiega più di 400 anni per decomporsi.
Un giocatore amatoriale utilizza un tubo di palline per tre o quattro partite (circa otto ore di allenamento) prima di cambiarle e gettarle. I professionisti giusto per un paio d’ore.
La situazione diventa tragica nelle partite dei tornei Atp e Wta (oltre che agli eventi Itf), in cui le palline sono cambiate ogni sette e nove game. In uno slam, per esempio, in sole due settimane sono consumate più di 54000 palline da tennis.
Questo utilizzo produce più di 3.5 tonnellate di plastica non riciclabile. Un altro problema è la composizione in PET di questi strumenti.
La siglia PET (Poly-Ethylene Terephthalate) rappresenta le microplastiche all’interno del prodotto, come ne troviamo nei vestiti e nelle bottiglie d’acqua. Ogni volta che si colpisce la palla, quindi, una grande quantità di microplastiche vengono rilasciate nell’ambiente.
Ci sarà una rivoluzione?
Non si capisce, dopo queste semplici analisi, per quale motivo la pallina da tennis sia considerata ancora come un bene utilizzabile solo una volta e non riciclabile.
A partire dal 2018, per fortuna, l’organizzazione no-profit RecycleBalls (in collaborazione con Wilson) è riuscita a salvare sette milioni di palline nei solo Stati Uniti.
L’anno seguente, la famosa casa ha lanciato in un torneo Wta Future la Triniti, la prima pallina ecosostenibile. Si tratta di una palla composta da cartone riciclato, molto fresca e più resistente di quelle utilizzate.
Dopo la prova, però, non abbiamo più visto le Triniti nei tornei Atp e Wta.