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La nuova vita, le sconfitte, le reazioni e una batosta “utile”. Il bilancio del 2021 di Sinner
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Sta quasi per terminare il 2021, un anno da urlo per il tennis azzurro, che forse non aveva mai vissuto un periodo di tale splendore. Sugli scudi Matteo Berrettini e, ovviamente, Jannik Sinner. Quest’ultimo, in particolare, ha trovato la sua consacrazione nella top-10 mondiale grazie a quattro tornei vinti e alla bellissima prestazione alle ATP Finals. La crescita dell’altoatesino, tuttavia, è passata – e probabilmente passerà ancora – anche dalle (rare) sconfitte. Andiamo a vedere il bilancio che ha fatto il suo coach, Riccardo Piatti, in una recente intervista rilasciata ai microfoni di Supertennis.

Il bilancio del 2021 di Jannik Sinner. Parla Riccardo Piatti

La “nuova vita” – Riccardo Piatti, coach di Sinner, nell’intervista rilasciata all’emittente televisiva ha innanzitutto posto l’accento sulle sulla programmazione del 2021: “Cosa abbiamo imparato? Molto. Abbiamo imparato tanto anche dal fatto che Jannik ha giocato 13 tornei del tutto nuovi per lui. In posti dove non era mai stato. Più la Coppa Davis. Questo ha un valore enorme per il prossimo anno, perché saranno situazioni che lui saprà già gestire. Quando arriverà a Wimbledon, almeno saprà già dove sono gli spogliatoi (ride). Sa già come funziona l’organizzazione. Quando arriverà a Madrid saprà già che si gioca in altura e che cosa significa. Nel 2021 ha perso con Popyrin perché non era ovvio per lui che in altura si deve giocare in un modo simile a quello dei tornei indoor, anche se ci si trova sulla terra battuta. Lui a Madrid ha giocato come ha giocato a Barcellona, anche quella una prima volta per lui. Barcellona e Madrid sono due tornei sulla terra battuta e in Spagna ma le condizioni sono diversissime e richiedono due modi diversi di giocare. E’ per questo che aver giocato 13 tornei del tutto nuovi è stato un fattore molto importante e molto utile. E se ti dico che queste prime volte sono arrivate a Miami, Barcellona, Madrid, al Queen’s Club, a Wimbledon, Atlanta, Montreal, Cincinnati, Indian Wells, Parigi Bercy e alle Nitto ATP Finals è facile capire che peso possa aver avuto la novità quest’anno e quanto sarà diverso il 2022 sulla base di questa esperienza”.

Le sconfitte e le reazioni – Poi, ha parlato dei momenti più significativi della stagione, soffermandosi sulla capacità di reazione alla sconfitta di Jannik: “La cosa più importante per me è stata constatare che quando lui perde una partita “brutta”, poi reagisce sempre bene. Ci mette un attimo a digerirla ma reagisce bene. Il periodo più brutto lo ha avuto proprio agli Australian Open: là ha perso da Shapovalov, poi da Bedene a Montpellier. Però poi ci sono stati i quarti a Marsiglia, i quarti a Dubai e la finale a Miami. Al Queen’s e a Wimbledon ha perso male, ad Atlanta pure; però poi, sempre ad Atlanta, ha vinto il doppio e poi ha fatto centro a Washington. Un altro esempio: perde male da Tiafoe ad Anversa (una sconfitta importante, che gli è servita tanto), perde da Alcaraz a Bercy, perde da Murray a Stoccolma e poi alle Nitto ATP Finals coglie subito la grande chance che aveva di chiudere tra i primi 10 battendo Hurkacz 6-2 6-2. Avesse perso quella partita avrebbe finito n.11, cosa che gli avrebbe fatto ‘girare le palle’. Dunque reagisce sempre bene. Ci impiega una o due settimane ma poi reagisce”.

Una batosta utile – Infine, ha analizzato l’importanza del tonfo a Vienna contro Frances Tiafoe, arrivato clamorosamente dopo che l’azzurro era avanti di un set e un break: “E’ stata importantissima. Avesse vinto sarebbe salito al n.7 nella Race e sarebbe arrivato con tanti punti a Parigi/Bercy mettendo sotto pressione gli altri. Invece l’ha persa. Ma ha capito perché l’ha persa. E la prossima volta non la perde più, di sicuro non così. Magari potrà capitargli di perdere ancora da Tiafoe ma non in quel modo. Ma deve passare da momenti così. Deve farle, deve viverle queste partite. Il bello di avere 20 anni ed essere a questo livello è che Jannik gioca partite importanti che può ancora permettersi di sbagliare”.

Riuscirà Sinner a spingersi oltre quello che già ha ottenuto? Soltanto il tempo potrà dirlo. Tra qualche giorno, Jannik ripartirà dall’Australia, giocando prima a Sidney l’ATP Cup e poi a Melbourne gli Australian Open. La sensazione è che l’altoatesino, per come ha chiuso il 2021, inizierà la stagione da protagonista. Staremo a vedere come andrà a finire.

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