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Alcaraz, Sinner e il nuovo psicodramma dei “tifosi” italiani
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Il sogno di Sinner è già finito, con un Alcaraz del genere che sarà il dominatore del tennis dei prossimi quindici anni, per lui non ci sono speranze”. Sul web, sui social, sui gruppi che animano e danno voce alla pancia degli appassionati di tennis italiano è tutto un grande can can sulle nuove gesta del fenomeno spagnolo e sui dolori del giovane Jannik.

Il teorema del gran vociare è più o meno quello inserito nel virgolettato iniziale. Siccome Carlitos sta bruciando le tappe, abbattendo record di precocità e mostrando un repertorio già degno di uno dei migliori top player, allora per il ventenne italiano – colpevole, tra le altre cose di essere di un anno e nove mesi più “anziano” di lui – non c’è più alcuna speranza di fare una carriera di primo livello.

Ad analizzarlo in maniera razionale, quello che serpeggia nei commenti degli analisti da tastiera è un ragionamento ai limiti del paradossale. Come se la prospettiva di competere con i migliori giocatori del pianeta non fosse già di per sé una prospettiva straordinaria, praticamente inedita per il tennis italiano fino a qualche anno fa, tolta la parentesi dei ruggenti anni settanta di Panatta, Barazzutti e Bertolucci.

Come se l’idea che un ventenne italiano possa essere inserito tra i possibili vincitori dei più importanti tornei del circuito non sia un traguardo degno di essere annoverato nella categoria dei “potenziali” campioni del presente e del futuro. Come se aver vinto cinque tornei ed avere già messo piede in top-10, poco più che adolescente, non sia qualcosa che possa far già parlare di un giocatore di un altro livello.

Come se aver sfiorato la qualificazione alle Finals (ed averle poi giocate, eccome, da ripescato) non possa considerarsi già un traguardo che la stragrande maggioranza dei tennisti può permettersi solo di sognare nel corso di un’intera carriera. E soprattutto, come se il buon Alcaraz, sicuramente un interprete straordinario e impressionante di questo sport, sia condannato a vincere ogni singolo torneo, ad essere il numero uno incontrastato, ad eliminare qualsiasi altro tennista dalla scena.

Non ci sono elementi per dire che Alcaraz non sarà il grande protagonista del futuro, prossimo e remoto. Gli auguriamo ogni bene. Ma al tempo stesso non ci sono elementi per affermare che il resto del circuito sia destinato a scomparire, a partire battuto in ogni torneo, su ogni superficie e in ogni situazione.

E allora, cari amici “appassionati”, state tranquilli. Sinner ci sarà. Crescerà ancora, maturerà, i suoi vent’anni gli permettono di sbagliare, di cambiare, di provare nuove soluzioni. Ma soprattutto i suoi vent’anni gli consentono di continuare a sognare. Con buona pace di tutti voi, di tutti noi.

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