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Coppa Davis, Kyrgios si difende: “Farò sempre ciò che è meglio per me”
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Nick Kyrgios è ritornato al centro delle polemiche dopo la decisione di non prendere parte all’ultima Coppa Davis di Malaga. In una recente intervista, l’australiano ha dato la propria versione del rifiuto.

Le polemiche intorno a Nick

Kyrgios è sicuramente uno dei giocatori più affascinanti e strani del circuito: o si odia o si ama. Secondo una classifica stilata da TennisHead, è il giocatore che ha accumulato il maggior numero di multe nella storia e continuerà a farlo finché metterà piede sui campi di tutto il mondo.

Nonostante un 2022 vissuto alla grande (professionalmente parlando, ma anche nella vita privata), nelle ultime settimane sono tornati alcuni incubi degli anni passati. Nick, infatti, è sotto processo per le accuse di violenze domestiche nei confronti dell’ex fidanzata.

Oltre a questo, sono arrivate nuove polemiche per la sua mancata partecipazione all’ultima edizione della Coppa Davis che si è svolta a Malaga. La sua Australia è uscita sconfitta in semifinale contro il Canada e, con tutta probabilità, la presenza del bad boy avrebbe fatto la differenza.

In una recente intervista con AAP, Nick ha voluto dare la sua versione del rifiuto, non spostando assolutamente la luce dei riflettori dalla vicenda.

Forse se l’Australia mi avesse aiutato un po’ di più adesso avrei portato il titolo a casa e staremmo festeggiando, chi lo sa? Non è sempre facile per me farmi scivolare di dosso tutto ciò che si dice di negativo nei miei confronti in Australia. È come se, per la prima volta quest’anno, mi sentissi di aver guadagnato del rispetto. Rispetto che avrei dovuto avere fin dal primo giorno in cui ho messo piede su un campo da tennis.

Mi sento di poter viaggiare per il mondo in questo periodo per giocare esibizioni con il solo scopo di staccare assegni a sei zeri. Non so se mi spiego. Preferisco sempre giocare questo tipo di incontri e potermi godere del tempo con la mia fidanzata e la mia famiglia piuttosto che andare a giocare una settimana in qualche posto dove non potrei passare del tempo con loro e in cui non verrei pagato. Non mi sembra che abbia senso per me una roba del genere, né come persona né come atleta.

Farò sempre quello che è il meglio per me e non per gli altri”.

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