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Madrid, Alcaraz continua a vincere: voglio essere il migliore. E su Roma…
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Carlos Alcaraz continua a vincere al masters1000 di Madrid e raggiunge le semifinali. Nella consueta conferenza stampa al termine del proprio match, lo spagnolo ha ammesso di voler diventare uno dei migliori della storia del nostro sport.

Le parole di Carlitos

A Madrid si sta confermando, neanche a dirlo, uno dei migliori del circuito. Alcaraz ha battuto ieri anche il russo Karen Khachanov e ha conquistato la sesta semifinale in altrettanti tornei a cui ha preso parte in questo 2023. Un risultato che fa sorridere anche Jannik Sinner, che manterrà l’ottava piazza nel ranking Atp grazie alla sconfitta del russo (per superarlo avrebbe dovuto vincere il torneo spagnolo). Restando nel discorso ranking: Carlitos è pronto a scavalcare di nuovo Novak Djokovic e a riprendersi la vetta della classifica mondiale: per riuscirci dovrà confermare il successo nella capitale spagnola e presentarsi agli Internazionali d’Italia e giocare solamente una partita.

Al termine del proprio match, lo stesso Alcaraz ha voluto analizzare la sfida, il suo colpo migliore (la palla corta) e le prospettive future per la sua carriera.

Sei semifinali su sei? È un dato fantastico, sto mantenendo un livello molto alto in qualunque torneo. È qualcosa su cui sto lavorando, non vogliamo giocare un torneo ad un livello e uno ad un altro, ma voglio restare sempre costante e ad un alto livello. Il mio obiettivo è esserci a Roma. Dipenderà anche da come andrà qui e da come finirà per me il torneo, ma mi piacerebbe molto giocare in Italia. È un torneo a cui voglio partecipare e, attualmente, rientra nella mia programmazione.

Palla corta? È un colpo che ho utilizzato tanto quando ero più giovane, lo sento mio ed è un’ottima arma per me. A volte lo uso perché penso sia un bene, altre perché non so che cosa fare. A dire il vero lo sento bene e basta: in allenamento cerco di non giocarne tanti, ma in partita mi viene bene. Oggi, ad esempio, è stato più per un blocco mentale che per strategia, perché Khachanov è difficile da sfondare da fondo ed è più facile portarlo vicino a rete.

Non temo i 20 anni, sono un ragazzo molto ambizioso e non voglio perdere neanche quando gioco a biglie. Non ho paura di stufarmi del tennis, adoro competere e non ho timore di stancarmi di vincere. Il mio sogno, ora come ora, è di diventare uno dei migliori giocatori della storia. So che è qualcosa di grande, probabilmente anche troppo, ma in questo mondo bisogna sognare e pensare in grande. Voglio essere parte della storia del tennis e lavorerò duro per riuscirci”.

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