Roger Federer, dopo nove mesi dal ritiro ufficiale avvenuto a settembre 2022 al termine della Laver Cup, è tornato all’Atp500 di Halle. Lo svizzero è stato premiato come giocatore più vincente della competizione tedesca in occasione del trentennale. In un’intervista, ha voluto parlare dei suoi rivali e del proprio futuro nel tennis.
Nadal, Djokovic e un futuro nel mondo del tennis
È incredibile come, nonostante siano mesi che si è ufficialmente ritirato, si continui a parlare di quella leggenda di re Roger. Lo svizzero, al termine di nove lunghissimi mesi di ritiro, è finalmente tornato a presenziare ad un evento Atp in Germania, precisamente ad Halle. Il maestro, a cui è stato riconosciuto un premio alla carriera, intervistato dal quotidiano svizzero Tagesanzeiger, ha voluto parlare dei suoi rivali Rafael Nadal e Novak Djokovic e di quello che sarà il proprio futuro nel mondo del tennis.
“Come passo le mie giornate? Trascorro il tempo con la famiglia, ma in modo diverso rispetto a prima. Ora sono più tranquillo perché so di avere più giorni o più ore a disposizione per stare con loro.
Ricevo molte proposte di collaborazioni, ma le rifiuto quasi tutte con dispiacere. Solo per la mia Fondazione, Janine, l’amministratore delegato, mi ha detto di aver ricevuto 1.200 richieste negli ultimi sei mesi. Dobbiamo trattare tutto seriamente, esaminare attentamente le richieste importanti e prenderci il tempo per accettarle o meno. E questa è solo la parte essenziale. Poi ho anche la parte commerciale, ma in quel settore la colpa è mia, perché ho detto a tante persone di contattarmi dopo il ritiro dal tennis e ora sta arrivando l’onda. Preferisco far meno che troppo in questa fase e capire cosa fare da grande.
Non guardo molto partite, ma i momenti decisivi mi interessano enormemente. Controllo i punteggi tre o quattro volte al giorno. Sono contento che il tennis continui a interessarmi così tanto. Giocare? Solo con i bambini. Non ho mai prenotato un campo con gli amici o ho detto, ‘Dai, andiamo ad allenarci adesso’. Ma sono spesso in campo con i bambini. Mi piace giocare con loro.
Djokovic migliore di sempre? Non lo so. Meglio vincere Wimbledon a 17 anni come Becker o Parigi a 36 come Novak? Non lo so. Ciò che ha ottenuto è assolutamente gigantesco. Potrebbe bastare. Ma penso che finché Rafa giocherà ancora non puoi ancora rispondere con certezza.
Futuro nel tennis? Per prima cosa ho pensato che sarebbe stato bello commentare le partite della generazione di giocatori contro cui ho giocato, li conosco meglio. Ma diventare un commentatore l’anno dopo il mio ritiro non mi sembrava giusto. Forse lo diventerò un giorno o forse mai”.