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Wimbledon, Mouratoglou torna sulla sconfitta di Djokovic: ecco perché ha perso
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Patrick Mouratoglou, attraverso il proprio profilo Instagram, ha voluto spiegare il proprio punto di vista sulla sconfitta di Novak Djokovic a Wimbledon. Il serbo ha fallito l’appuntamento con la storia, arrendendosi a Carlos Alcaraz.

Le parole del super coach

Una sconfitta che sicuramente ha fatto male, soprattutto per come è arrivata e per le premesse dei primi due set. Djokovic non perdeva un match all’All England Club da sette anni, addirittura da dieci sul Campo Centrale. Come ha fatto Alcaraz, alla prima finale in carriera ai Championships e con scarsa esperienza sull’erba (in confronto al rivale), a sconfiggerlo? Il super coach Mouratoglou ha risposto a questa domanda nel consueto appuntamento sul proprio profilo Instagram.

Si è trattato di un match molto duro a livello mentale, entrambi hanno accumulato molta tensione. Voglio dire, in una finale slam è per forza così. Credo che l’immagine della partita sia il rovescio a rete di Djokovic durante il tiebreak del secondo set. Avrebbe ucciso la sfida, ma non ci è riuscito.

Credo che Alcaraz sia riuscito a vincere perché era lo sfavorito e ha giocato con la leggerezza di chi sente di non avere il peso della vittoria. Novak non l’ha vissuta così.

Se Novak fosse stato nella posizione di Carlos, avrebbe fatto sicuramente lo stesso. Avrebbe giocato da sfavorito e avrebbe sfruttato i momenti favorevoli. Nella situazione in cui è ora, dove ogni slam potrebbe fare la storia, non ha la vita facile. È un grande peso giocare per la storia e per i record.

Parlando del livello di gioco, credo che i due siano molto vicini. Novak ha vinto al Roland Garros e Carlos ci è riuscito a Wimbledon in una finale slam. La cosa simpatica è che i favoriti in entrambe le sfide hanno perso.

Vi ripeto, Alcaraz ha giocato bene nei momenti fondamentali e non ha avuto paura di vincere la partita. Djokovic, al contrario, ha giocato meglio in molte altre finali della propria carriera, si vedeva che non era libero mentalmente”.

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