Musetti tra presente e futuro: stagione di adattamento, i miei obiettivi per il prossimo anno
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Lorenzo Musetti è la testa di serie numero 1 al prossimo Atp250 di Sofia. Si tratta dell’ultimo torneo del circuito a cui prenderà parte prima delle fasi finali di Coppa Davis a Malaga. L’azzurro, intervistato da UbiTennis, ha tirato le fila della stagione 2023, analizzando luci e ombre del suo tennis.

Le parole di Lorenzo

Musetti affronterà nel tardo pomeriggio italiano il britannico Jack Draper nel suo esordio all’Atp250 di Sofia. Una partita difficile, contro un avversario ostico, ma che è lontano parente di quello ammirato all’inizio dell’anno. Il carrarino la scorsa stagione si è fermato in semifinale e deve provare almeno a confermare il risultato per non perdere altre posizioni in classifica.

Nella conferenza stampa prima dell’inizio ufficiale della competizione, Lorenzo ha risposto ad alcune domande sulle colonne di UbiTennis, analizzando la stagione che sta volgendo al termine.

È stata una stagione non semplice, ma come hai detto tu anche di assestamento. Nella parte centrale sono riuscito a trovare un’ottima continuità in termini di risultati. Ovvio, è iniziata un po’ male. Avendo giocato tanto alla fine della scorsa stagione, è stato forse più complicato iniziare l’anno nuovo con una marcia alta. Quindi ci ho messo un po’ a carburare, ho giocato molto bene da Monte Carlo in poi. Diciamo che è stata una stagione con pochi picchi. L’anno scorso, le settimane di Amburgo, Napoli, Parigi-Bercy erano state molto alte come livello.

Sicuramente mi sento migliorato come tennis e fisicamente, sto lavorando tanto, anche se la gente a volte vede solo i risultati ma non quello che c’è dietro. È stata una stagione di prime volte, anche se prendiamo l’esempio di Jannik, l’anno scorso ha avuto una stagione di adattamento, differente dagli standard che quest’anno ha messo in campo. E spero anch’io il prossimo anno di essere più centrato, più concreto in termini di risultati, di atteggiamento e tutto quanto.

Sensazioni per la Coppa Davis? Credo anche altre squadre, come l’Australia e il Canada che ha vinto l’anno scorso. La Coppa Davis è un evento a sé, non sempre chi ha il ranking migliore la porta a casa. Va a giornate, il doppio è fondamentale. Avere Jannik a disposizione ci dà una grossa mano. Credo che in questo momento stia giocando il suo miglior tennis. Gli auguro il meglio a Torino e che possa raggiungerci il più tardi possibile. È un bell’asso nella manica che speriamo di sfruttare.

Riguardo alla preparazione, un po’ tutti i giocatori hanno un mese, dicembre, per preparare l’Australia. Purtroppo, giocando tutti così tanto, ci si deve adeguare. Servirebbero più giorni di stacco e ovviamente più settimane per caricare, lavorare e preparare la stagione. Però bisogna essere bravi a farlo nei tempi che abbiamo. Anche durante l’anno, lavorare per mantenere soprattutto la parte di prevenzione”.

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