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Atp, cambia la distribuzione dei punti: chi ci guadagna e chi ci perde
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Nei giorni scorsi, l’Atp ha reso noto che dal 2024 andrà in vigore un nuovo sistema di assegnazione dei punti. Nel dettaglio, il cambiamento riguarda il circuito maggiore e quello Challenger, con uno spostamento lieve ma che rischia di giocare un ruolo sostanziale.

Come cambia la distribuzione dei punti Atp

“Le modifiche sono progettate per ottimizzare la distribuzione dei punti a seguito dell’aumento degli eventi Masters 1000 a 96 posti, oltre a fornire un maggiore equilibrio e distribuzione dei punti a seguito del significativo aumento dei tornei ATP Challenger di categoria superiore offerti ai giocatori dal 2023”, si legge nella nota ufficiale.

Cosa cambia concretamente? Cambia che i tornei Atp offriranno circa il 10% di punti in più rispetto al 2023, mentre i tornei Challenger offriranno circa il 10% di punti in meno rispetto allo stesso anno. Le variazioni non sono relative al bottino totale del vincitore, bensì al bottino parziale racimolato dai giocatori nei primi turni.

Perché questo cambiamento? In pratica, l’aumento dei tornei Challenger di prima fascia, ovvero quelli di categoria 175/125/100, passati da quota 37 (2022) a quota 81 (2023), ha avuto l’effetto di portare tanti giocatori a fare capolino nelle zone che contano della classifica. Pertanto, adesso, il nuovo obiettivo dei vertici del circuito è invogliare gli stessi giocatori a cimentarsi con maggiore frequenza negli eventi Atp. Magari partendo dalle qualificazioni, prendendosi qualche rischio in più rispetto ad una programmazione fatta prevalentemente di cadetteria.

Il nuovo sistema di punteggio

Slam

1T: 10
2T: 50 (era 45)
3T: 100 (era 90)
4T: 200 (era 180)
QF: 400 (era 360)
Semifinale: 800 (era 720)
Finale: 1300 (era 1200)
Vincitore: 2000

Masters 1000

1T: 10 (Solo se si tratta di un torneo esteso con tabellone a 96 giocatori, altrimenti 0)
2T: 30 (in formato esteso e 10 nei tornei ridotti)
3T: 50 (era 45)
4T: 100 (era 90)
QF: 200 (era180)
Semifinale: 400 (era 360)
Finale: 650 (era 600)
Vincitore: 1.000

Atp 500

1T: 25 (solo nei tabelloni da 48 giocatori)
2T: 50 (era 45)
QF: 100 (era 90)
Semifinale: 200 (era 180)
Finale: 330 (era 300)
Vincitore: 500

Atp 250

1T: 13 (solo nei tabelloni da 48 giocatori)
2T: 25 (era 20)
QF: 50 (prima era 45)
Semifinali: 100 (era 90)
Finale: 165 (era 150)
Vincitore: 250

Challenger 175

R16: 13 (era 15)
QF: 25 (era 32)
Semifinale: 50 (era 60)
Finale: 90 (era 100)
Vincitore: 175

Challenger 125

R16: 8 (era 11)
QF: 16 (era 25)
Semifinale: 34 (era 45)
Finale: 64 (era 75)
Vincitore: 125

Challenger 100

R16: 7 (era 9)
QF: 14 (era 20)
Semifinale: 25 (era 35)
Finale: 50 (era 60)
Vincitore: 100

Challenger 75

R16: 6 (era 7)
QF: 12 (era 16)
Semifinale: 22 (era 30)
Finale: 44 (era 50)
Vincitore: 75

Challenger 50

R16: 4
QF: 8 (era 9)
Semifinale: 14 (era 17)
Finale: 25 (era 30)
Vincitore: 50

Per chi va bene e chi va male…

Ovviamente, pur comprendendo lo spirito costruttivo della norma, non possiamo sottrarci dal sottolineare che il nuovo sistema di assegnazione dei punti non è esente da potenziali “effetti collaterali”. I giocatori che già frequentano il circuito Atp, ad esempio, avranno maggiori chance di conservare la loro posizione anche con un rendimento complessivo non precisamente brillante. Al contrario, invece, coloro che sono alle prese con la faticosa ascesa verso l’élite dovranno offrire un rendimento ancora migliore se vorranno emergere.

La sensazione è che raggiungere la top-100 sarà estremamente più complicato rispetto al recente passato. Si pensi che la proiezione per attestarsi alla centesima piazza del ranking a fine anno si è spostata dai 650 punti (640, Quentin Halys nel 2023) a quota 700-750 punti. Staremo a vedere quali saranno effettivamente le conseguenze di questa novità che già sta facendo discutere. Soprattutto, appunto, quei giocatori che frequentano la fascia di posizioni che va dalla 150 alla 250.

11 Commenti

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