Interessante retroscena riguardante il fuoriclasse serbo e il giovane talento spagnolo: il coach vuota il sacco sul recente incontro
Se non sia diventato, curiosamente proprio mentre la carriera dell’avversario volge al termine, la sua bestia nera, poco ci manca. Nonostante lo abbia battuto nella finale di Wimbledon del 2023 – quella che, se vinta da Djokovic, avrebbe di fatto consentito al nativo di Belgrado di completare il Grande Slam – e nello stesso ultimo atto del 2024, Carlos Alcaraz ha incassato negli ultimi mesi due pesanti sconfitte dal membro superstite dei ‘Big Three’. Rinfreschiamo un po’ la memoria a chi magari non ricorda di cosa stiamo parlando.

4 agosto 2024, finale del torneo Olimpico di singolare. Sul mitico Philippe-Chatrier si sfidano il campione slavo e l’erede designato di Rafa Nadal. In palio c’è la medaglia d’oro di Parigi 2024. Con una prestazione da incorniciare, possibile anche grazie al senso di missione per conto della patria fatto proprio dal 24 volte campione Slam, Nole trionfa. Mettendo in bacheca l’ultimo grande titolo mancante in una carriera senza eguali.
La scena si ripete, sebbene in palio ci fosse qualcosa di meno di un alloro olimpico, sul cemento di Melbourne nello scorso gennaio. Pur non al meglio della forma per un infortunio che ne avrebbe poi compromesso il prosieguo del torneo, l’inossidabile Djokovic rimonta un set di svantaggio al giovane rivale staccando il pass per le semifinali. Le velleità del murciano di contendere a Jannik Sinner lo scettro di campione degli Australian Open si infrangono sulla resilienza della leggenda serba. Ma cosa è esattamente accaduto a Melbourne? Ce lo spiega Juan Carlos Ferrero, il coach di Carlos Alcaraz.
Ferrero sul ko di Alcaraz a Melbourne: “Djokovic aveva…”
Intervistato da Eurosport, l’ex giocatore spagnolo – che può vantare anche una breve parentesi da numero uno del ranking nel settembre 2003 – ha parlato dei pregi e dei difetti del suo assistito, evidenziando il bicchiere mezzo pieno soprattutto in relazione alla successiva vittoria nell’ATP 500 di Rotterdam.

“Vedere Carlos perdere nei quarti di finale degli Australian Open contro Djokovic è stato un qualcosa che ci si poteva anche aspettare. Novak stava giocando ad altissimo livello, non aveva pressione, soprattutto con questo infortunio alla gamba. Ha giocato una partita perfetta, lasciando a Carlos poche opzioni per dominare la gara. A Carlos piace che le cose dipendano da lui. Solo che Djokovic non gli ha dato la possibilità“, ha esordito l’allenatore.
“Ha giocato molto bene a Rotterdam e non era al 100% fisicamente perché è arrivato con un po’ di influenza. Per quanto riguarda il tennis, non è stata la sua settimana migliore, ma il suo atteggiamento è stato perfetto ed è per questo che è riuscito ad arrivare alla fine vincendo il torneo“, ha concluso Ferrero.
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