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Sinner, l’avventura è appena cominciata. Parola di Riccardo Piatti
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Jannik Sinner si è arreso solo in semifinale al futuro vincitore del torneo, Alexander Zverev, nell’Atp 250 di Colonia. L’altoatesino con questo risultato raggiunge il proprio best ranking, occupando la posizione n. 43. Per Jannik però è pronta una nuova avventura nel 500 di Vienna, dove ha seguirlo in prima persona c’è il suo coach, Riccardo Piatti, che a SuperTennis dice: “Sinner impara da ogni partita”.

Le parole del grande coach

Il coach dell’italiano tende a smorzare gli entusiasmi per quello che in molti vedono come il prossimo crac del tennis mondiale (tra cui lo stesso Zverev che lo indica come top10 in un futuro a breve termine) e vede nei miglioramenti costanti l’ingresso “nella routine del circuito maggiore”.

L’intervista a SuperTennis

Riportiamo, in maniera integrale, le domande e le risposte di Riccardo Piatti ai microfoni dell’emittente italiana.

Una settimana come quella di Colonia è quello che tu avevi in mente sin da inizio anno per Jannik? Partite da favorito vinte con sicurezza, sfide con vecchi “marpioni” portate a casa lottando, sfide con potenziali avversari di domani…

A Colonia un po’ come a Roma e a Parigi sta incominciando il percorso ad alto livello. Un percorso che va vissuto nel modo giusto perché sarà così per tutta la carriera. Prendiamo la situazione qui a Vienna: lui è arrivato ieri mattina, si è allenato ieri sera alle 20 e oggi gioca con Medvedev e Thiem. E domani c’è il match”.

Tra l’altro gioca contro Casper Ruud, non proprio uno tenero…

Questa è la routine del circuito. Ora Jannik incomincia a vivere appieno il circuito”.

A Colonia ha passato i primi due turni con facilità, poi ha vissuto una partita davvero complicata, quella con Simon, nella quale ha perso un set 6-0 pur avendo lottato ogni game fino in fondo. Una vittoria che ha un senso particolare nel suo percorso di crescita?

Sì, è stata importante perché Jannik, dopo il primo set, ha subito un parziale di 8 game a zero che sono durati però un’ora, non 20 minuti. Sono stati combattutissimi. Ha giocato in un modo che non era produttivo per lui però poi è riuscito a cambiare e a vincere la partita. Una cosa non semplice perché uno come Gilles Simon per un giovane come Sinner è un buonissimo test”.

Poi c’è stato il confronto con Zverev una specie di rivincita di Parigi…

Nella sfida con Zverev Jannik ha cercato di giocar bene. Anche se, contro i giocatori di alto livello, non devi pensare di entrare in campo e vincere per forza giocando bene. Bisogna giocare nel modo giusto, essere presente nei momenti che contano. Ieri ha faticato un po’ in certi momenti, non era abbastanza lucido. Però ci sta, perché l’altro, pur essendo giovane, è un giocatore di esperienza; pur di non perdere due volte da Jannik nel giro di tre settimane si sarebbe fatto tagliare una gamba”.

Una partita equilibrata comunque…

Sì, equilibrata ma Jannik deve vivere appieno un paio d’anni di circuito per imparare a gestire certi momenti, certe sfide. Avrà periodi in cui le cose andranno bene, altri in cui andranno meno bene. L’importante è che succeda quello che avviene oggi: lui prende e apprende qualcosa da ogni singola partita. È raro che perda facile. Può capitargli di giocare male, ma ci prova sempre fino in fondo. E quindi gli resta sempre qualcosa di utile per la sua costruzione”.

Mi pare che le sue scelte in campo siano sempre coraggiose, aggressive, proattive…

Sì, però, faccio un esempio: sul 5-5 del primo set contro Zverev, batte lui, si apre il campo e poi fa una smorzata che non c’entra niente. Ci sono dei momenti in cui fa cose buone e altri in cui fa giocate ancora da giocatore molto giovane. È normale e giusto che sia così”.

Ci sono giocate in cui vedi particolari margini di miglioramento?

Non è più solo un problema di giocate. È un discorso mentale, la capacità di capire il momento. Per esempio, se sei in una fase in cui l’avversario ti regala qualcosa, è stupido andare più veloce. Lì devi avere pazienza. Non stiamo parlando di giocatori da circolo che quando tirano fuori tre palle di fila puoi anche rischiare di sbagliare qualcosa, tanto è presto finita. Se giochi a livello di top player devi saper capire che in certi momenti puoi ottenere di più avendo pazienza. Sono sfumature sottili, per imparare a coglierle e gestirle ci vuole tempo”.

Nel caso di soluzioni come lo smash o il gioco al volo, o la corsa in avanti per il recupero di una palla corta, si può dire che ci sono ancora molti margini di crescita?

È fondamentale la visione d’insieme. Giocando tanti match a livello Atp crescerà come giocatore. L’allenamento da solo non basta: deve giocare partite, tornei. Se vogliamo parlare di un colpo in particolare vedo grandi margini con il servizio, su come usarlo. Poi, certo, migliorerà volée e smash, ma più che il colpo è l’approccio a rete su cui lavorare: Jannik deve imparare ad interpretare meglio il momento dell’approccio”.

Comunque, una settimana ricca d’esperienza…

Sono tutte settimane di routine per uno che vuole diventare un giocatore importante. Sono contento, come dicevo prima, che lui abbia finito ieri sera a Colonia e oggi già rigiochi in allenamento a Vienna. E domani si alleni due volte, con due campioni: è tutto un continuo lavorare. Finiti i tornei quest’anno vorrei partire al più presto per l’Australia per poterlo allenare là”.

Dove giocherà da qui a fine anno?

Ora siamo qui a Vienna e poi siamo sicuri di giocare a Sofia, la settimana precedente alle Atp Finals. Non ho ancora certezze sulla sua presenza al Masters 1000 di Parigi-Bercy. Vedremo”.

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