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Il futuro, Sinner, Montecarlo: Musetti a tutto campo. “Sarò alle Atp Finals entro…”
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Lorenzo Musetti all’alba di una nuova stagione. Il giovane classe 2002, protagonista di un ottimo 2020 che gli ha fatto sognare l’ingresso in top-100 (attualmente è numero 129 del mondo), non vede l’ora di ritornare in campo e di continuare il suo percorso di crescita. Un percorso cominciato da lontano, con il nonno Renzo: “Secondo mio nonno non giocavo mai bene. Mi arrabbiavo, ma ora mi rendo conto che era per darmi delle motivazioni”, spiega in un’intervista al Corriere della Sera.

Un grande talento, con quel gioco un po’ all’antica, forgiato dallo storico coach Simone Tartarini: “Gioco il rovescio a una mano da quando avevo 9 anni: piaceva a mio padre e mi è venuto spontaneo. Simone, piuttosto, ha cercato di svecchiarmi: quando ci siamo incontrati facevo troppe azioni in back, troppe smorzate. Mi ha incanalato verso un tennis più moderno. Come dice lui, viene prima la torta e poi la ciliegia“.

Il 2020, soprattutto gli Internazionali d’Italia, hanno segnato per Lorenzo il momento di svolta della sua carriera, con le fantastiche vittorie contro Wawrinka e Nishikori. “Ho sentito un clic nella testa. A Todi, lo scorso agosto, sconfitto dal tedesco Hanfmann, ero a terra: troppi alti e bassi, non ne potevo più di veder sfumare occasioni. Da lì in poi ho smesso di parlare e lamentarmi in campo: solo atteggiamenti positivi. A Roma ho giocato bene perché avevo la consapevolezza di essere cambiato“.

Sul confronto con l’altro fenomeno del tennis italiano, Jannik Sinner, le parole di Musetti sono molto oneste e molto chiare: “Jannik è tre step davanti a me, il più forte ora è lui. Ad essere al centro dell’attenzione mi fa un grande favore: agli Internazionali ero più stanco per le interviste che per aver eliminato Wawrinka. Io ho così tante soluzioni che spesso vado in confusione e mi confondo…Sinner ne ha tre o quattro che fanno davvero molto male e non sbaglia mai“.

Guadando al futuro, l’obiettivo è chiaro: “Conterà aver giocato il più possibile e ad alto livello. Le ATP Finals sono lontane però sarebbe bellissimo realizzare questo sogno entro il 2025. Mi ci vedo“. E poi sulle polemiche riguardanti la residenza Montecarlo: “So delle critiche, ma alla base della decisione ci sono ragioni tecniche e di organizzazione. Posso partecipare agli stage al Country Club con Jannik e con gli altri professionisti, assicurandomi un allenamento di altissimo livello“.


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2 Commenti

  1. Voglio sperare che le cose che Musetti ha detto nel confronto tra lui e Sinner, sono cose di comodo che dice per chiudere subito la questione e non le pensi veramente. Se le pensasse veramente, ci sarebbe un serio problema, come ora cerco di fare capire.
    Se un ballerino mi dice che non viene scritturato alla scala perché rispetto agli altri ballerini è in grado di fare più cose e quindi nel momento dell’esibizione finisce con l’incartarsi, io capisco che questo ballerino ha qualche serio problema di comprensione di cosa significhi ballare professionalmente. Perché non importa cosa un ballerino sa o non sa fare, quando si esibisce c’è una precisa coreografia da realizzare e solo quella. Non è mica chiamato sul palco a improvvisare.
    Lo stesso vale nel tennis. Solo gli amatori affrontano una partita a tennis, così a caso, scegliendo momento dopo momento quale colpo fare, trovandosi eventualmente nell’imbarazzo di scegliere il colpo migliore. Il tennis è soprattutto uno sport mentale e strategico. Un vero professionista non lascia nulla al caso: ha la sua coreografia da seguire contro l’avversario di turno. Una coreografia da preparare a tavolino. Una coreografia che se non funziona deve essere pronto a cambiare in corso d’opera seguendo un preciso criterio, che gli può venire dall’esperienza e dalle sue naturali doti nel leggere la partita e la dinamica dello scambio con l’avversario.
    E una volta che un tennista durante un incontro ha una sua coreografia deve sentire lo scambio e se stesso nello scambio in funzione di quella coreografia. Ha un compito da fare e lo deve fare, non si può mettere a improvvisare, come un ballerino che ha una coreografia non può mettersi improvvisamente a fare altro.
    La grande forza di Nadal è proprio questa. Nadal quando gioca è totalmente concentrato sul suo compito, colpo dopo colpo.
    Non so cosa pensare. Se Musetti ha raggiunto la posizione 129 nel mondo giocando come un amatore, è il caso che inizi a giocare come un professionista perché se non insegna alla mente a essere totalmente nel pezzo, con un preciso compito da fare, non farà mai il salto di qualità che potrebbe fare.

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