In una recente intervista per il sito dell’atp, Jannik Sinner ha svelato il suo segreto: la forza mentale. Il più giovane nella top100 ha infatti sottolineato l’importanza della mente per rimanere stabilmente tra i giocatori più importanti del circuito.
La maturità raggiunta
Fa piacere sentir parlare così un ragazzo giovane come Sinner. L’altoatesino ha dimostrato una grandissima maturità ed un’incredibile voglia di migliorarsi continuamente nell’intervista per l’Atp. Stessa volontà che in questi giorni Mouratoglu ha detto appartenere solo ai campioni.
“Penso che ognuno può imparare qualcosa in più ogni giorno, sia se fai qualcosa bene, sia se la fai male”.
Parole che possono appartenere ad un veterano del circuito, non ad un ragazzo nato quando Federer vinceva il suo primo titolo nel tour.
“Nel tennis, ti svegli ogni giorno e non sai come ti troverai sul campo da gioco. Questa è la parte più simpatica dello sport. Di sicuro sono migliorato sul lato fisico e caratteriale, ma a volte ti svegli e non ti trovi bene in campo come al tuo solito. Devi saper accettare che in quelle giornate il tuo avversario possa giocare meglio di te. Magari perdi contro avversari con cui hai sempre vinto. La cosa più divertente è che, se invece ti svegli e ti senti bene, puoi battere veramente chiunque.
Se parliamo puramente di miglioramenti, credo che a livello fisico io stia bene. I tiri diventano sempre più potenti. Dovrei però migliorare con gli errori non forzati, ne commetto troppi”.
L’obiettivo è imparare
Non importa vincere o perdere, l’obiettivo dopo ogni partita di Jannik è riuscire ad imparare qualcosa di nuovo. Una cosa incredibile se pensiamo che tre anni fa, nel primo anno da professionista, Sinner è uscito prima del terzo turno 15 volte su 18 tentativi.
“Mi metto sempre in situazioni difficili, così posso imparare ogni volta. Quando ero più piccolo, giocavo i futures e nella maggior parte dei casi perdevo. I miei avversari erano più bravi di me. Sono rimasto lì, mi sono allenato con loro e ho cercato di migliorarmi ogni giorno di più. Ho girato tutto il mondo: sono stato a Monastir e Sharm El Sheikh, tutti luoghi dove chiunque vuole trionfare. Io giocavo peggio degli altri, ma mi impegnavo il doppio per trovare un modo di vincere”.
Il maestro Riccardo Piatti
Il grande artefice del successo di Sinner (oltre a se stesso, naturalmente) è Riccardo Piatti.
“Per me è più importante educare i ragazzi piuttosto che allenarli. Con tutti i miei giocatori ho voluto rispettare il loro talento. Tutti sono molto bravi a giocare. Quello che voglio fare con ognuno, o almeno, quello che provo a fare, è dare un ordine, far uscire quello che è già in loro. Jannik è venuto da me molto giovane e ha ancora moltissimo da imparare, sotto tutti i punti di vista. Più loro imparano, più hanno bisogno di qualcuno che li educhi al gioco”.
La continua fame di vittorie
Dopo aver raggiunto un incredibile quarto di finale a Parigi, Sinner è riuscito a conquistare il primo titolo in carriera. La fame di vittorie e di apprendimento è però tutt’altro che sazia.
“Nel giorno che ho giocato con Rafa, si possono vedere moltissime cose che devo ancora migliorare. Credo che l’insegnamento più grande sia: ogni giorno devi pensare a migliorarti.
Vincere significa molto. Quando lavori giorno per giorno, non vai a letto finché non sei stremato, finché lo sforzo non ti porta alla vittoria. Devi sempre credere in quello che puoi fare. Ci sono momenti difficili e felici, ma noi lavoriamo proprio per vivere entrambi.
Finora ho fatto grandi progressi, ma c’è ancora moltissimo da fare”.