I dubbi di Bartoli sul ritorno di Federer
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In una recente intervista con Ben Rothenberg, Marion Bartoli ha svelato tutti i suoi dubbi sul ritorno di Roger Federer nel circuito. La francese è naturalmente felice della scelta, ma è convinta che lo svizzero non rischi il suo fisico per mantenere qualche record che in futuro potrebbe essere battuto.

I traguardi di Federer

Rothenberg e la Bartoli hanno parlato a lungo di Roger Federer, sottolineando quanto sia inutile per il maestro rischiare il suo fisico per difendere tutti i record che ha conquistato in carriera. D’altra parte, i record sono fatti per essere battuti. L’ex campionessa Wimbledon ha detto a riguardo:

È già stato superato da Djokovic come settimane al primo posto nella classifica Atp e non penso che lui sia felice di perdere tutti i record. Al contrario, non credo che voglia stressare il suo corpo così tanto da raggiungerne degli altri. Ne ha già raggiunti così tanti in carriera”.

Gli stessi dubbi appartengono al presentatore:

Giudico Federer una persona molto intelligente. Ha il record degli slam dal 2009, quindi sono almeno dodici anni che lo detiene. Credo che si sia goduto questo lasso di tempo e che sia anche lui consapevole che la fine potrebbe essere dietro l’angolo, senza che abbia lui il controllo. Aggiungo che per me lui sa che Djokovic ne potrebbe vincere anche 22, 23, 24 o di più, chi può saperlo con certezza”.

La decisione di saltare Miami

I due la pensano diversamente per quanto riguarda la decisione di Federer di saltare il master1000 di Miami. Rothenberg ha infatti dichiarato:

Sono stato sorpreso alla notizia del suo forfait. Pensavo che avesse senso giocare, con un giorno di riposo tra le partite, dato che è uno degli eventi più simili agli slam. Non credo che il suo obiettivo fosse quello di arrivare in forma alla stagione sulla terra rossa. È la superficie che meno apprezza e quella più distante dall’erba. Mi ha lasciato perplesso”.

Di opposte vedute la Bartoli:

Roger non ha mai preso una decisione sbagliata nella sua carriera. Vivendo a Dubai, so per esperienza quanto qui faccia caldo. Potendosi allenare all’aria aperta per un mese, non vedo cosa ci sia di strano. La terra rossa non gli serve per le partite, ma per abituarsi a stare tanto in campo. Credo che sia un toccasana per i suoi muscoli potersi allenare sulla terra. Il tempo che ci trascorrerà gli sarà utile nelle partite successive”.


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