Carlos Alcaraz continua a crescere. Il futuro è (anche) suo
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Un’ora e venti di gioco, punteggio che recita 6-4 5-4 Alcaraz. Siamo sul 40-30 e lo spagnolo è al servizio. Ruud Casper stecca la risposta, il ragazzo esulta e con lui la sua equipe, incluso Juan Ferrero. Carlos è in semifinale in un torneo ATP, a Marbella a 17 anni, come Nadal e Zverev. Poco male se poi la finale non è arrivata. Poco male se Jaume Munar, un tennista abbastanza più esperto di lui, gli ha ricordato che la crescita passa soprattutto dalle sconfitte.

E poco male anche che Alcaraz non ci sarà a Monte Carlo: il futuro è suo!

I PRIMI PASSI E LA VITTORIA SU SINNER

Carlos Alcaraz Garfia, classe 2003, si mette in luce fin da bambino laureandosi campione regionale under 10. Come tutti i giovani, inizia nel circuito Itf dove nel 2018 comincia a giocare con continuità. A febbraio supera le qualificazioni e fa il suo esordio nel tabellone principale di un torneo ITF allo Spain F5 di Murcia dove raggiunge il terzo turno, diventando a 14 anni e 9 mesi il secondo spagnolo più giovane a conquistare un punto ATP davanti anche a Rafael Nadal. Mentre nel 2019, ad aprile, prende parte, grazie ad una wild card, al JC Ferrero Challenger Open, che si disputa sui campi dell’accademia in cui si allena, facendo registrare il suo esordio nel circuito Challenger. Al primo turno supera a sorpresa Jannik Sinner, reduce da 3 titoli e 16 incontri vinti consecutivamente, per poi essere eliminato nel match seguente.

IL PROFESSIONISMO E I RICONOSCIMENTI

Comincia giocare con frequenza nei tornei professionistici sfruttando altre wild card; a fine mese disputa per la prima volta le qualificazioni nel circuito maggiore all’ATP 500 di Barcellona e viene eliminato al primo incontro dal nº 107 del ranking Pedro Sousa. In luglio vince il primo titolo da professionista al torneo ITF M25 di Dénia, chiudendo l’anno nelle prime 500 posizioni del ranking. A febbraio 2020 riceve una wild card per il tabellone principale del Rio Open di Rio de Janeiro, facendo il suo esordio in un torneo dell’ATP Tour; al primo turno supera il nº 41 del ranking Albert Ramos-Viñolas, primo top 100 sconfitto in carriera, ed esce al secondo turno. Al ritorno dalla sospensione causata dalla pandemia di Covid-19, conquista il suo primo torneo Challenger a Trieste partendo dalle qualificazioni e battendo in finale in due set Riccardo Bonadio. Continua a scalare rapidamente la classifica mondiale e la settimana successiva viene sconfitto in 3 set da Bernabe Zapata Miralles nella finale a Cordenons. Alla sua prima esperienza in una prova del Grande Slam, in settembre viene sconfitto nel primo turno di qualificazione del Roland Garros.

L’ESORDIENTE DELL’ANNO!

L’11 ottobre vince a Barcellona il suo secondo titolo Challenger superando in finale Damir Dzumhur, e si ripete la settimana dopo sconfiggendo il nº 97 ATP Pedro Martínez nella finale di Alicante. Grazie a questi risultati, il 19 ottobre si trova al 136º posto del ranking ATP, dopo che aveva cominciato il 2020 al 490º posto. A fine stagione i colleghi dell’ATP gli assegnano il premio per l’esordiente dell’anno.

Inizia la stagione 2021 in febbraio affrontando la sua prima trasferta australiana e al secondo turno dell’ATP 250 di Melbourne concede solo 6 giochi al nº 14 del mondo David Goffin, prima di essere eliminato da Thiago Monteiro. La settimana dopo fa il suo esordio in un torneo dello Slam superando le qualificazioni all’Australian Open, nel primo turno del main draw ha la meglio su Botic van de Zandschulp e al secondo cede in 4 set a Mikael Ymer. Nei quattro tornei che seguono vince un solo incontro, venendo eliminato al primo turno del Miami Open, alla sua prima esperienza in un torneo Masters 1000.

IL PARAGONE CON NADAL

L’esplosività e l’elasticità sono due doti che non mancano allo spagnolo. Certo, il suo fisico è ancora da costruire, ma già regge alla perfezione un tennis che ha bisogno di grande dinamicità per essere messo in condizione di fare male. Carlos ha nel dritto il suo colpo migliore. Lo effettua spesso con un movimento di gambe per renderlo più efficace. Una dote ulteriore che lo avvicina a Rafa è anche la capacità di non arrendersi nei momenti più duri o cruciali della partita.

Alcaraz ha dichiarato in merito: “Non prendo minimamente in considerazione tutte quelle persone che hanno aspettative eccessive su di me, o che mi definiscono il prossimo Rafael Nadal. Cerco di non dare ascolto a questo tipo di commenti, mi concentro soltanto su me stesso, sul mio lavoro e sui consigli del mio team”.

DOVE PUO’ ARRIVARE NEL 2021

Difficile dirlo con precisione. La sua parabola ricorda molto quella di Musetti: si tratta di un tennista giovane che già compie grandi cose. Il suo percorso stagionale potrebbe rivelarsi tanto glorioso, ma anche non privo di insidie. Dall’euforia ai cali di concentrazione, a 18 anni tutto è concesso: rientra nel percorso di crescita. Se la top-100 è ad un passo, la top-50 è un obiettivo realistico per fine anno. Dunque, se dovessimo basare una previsione sul suo andamento attuale, si potrebbe tranquillamente dire che è destinato a portare a casa qualche titolo ATP già nei prossimi impegni.


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