Zverev, una sconfitta che vale triplo
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Finisce ancora una volta anzitempo il sogno Slam di Alexander Zverev. Questa volta la corsa del tedesco si ferma agli ottavi di finale degli Australian Open, sbattendo contro un muro chiamato Denis Shapovalov. Una sconfitta netta, inappellabile, in tre set, che rappresenta una vera e propria mazzata per le ambizioni del numero tre del mondo.

Shapovalov surclassa uno scarico Zverev

Dal punto di vista tecnico la partita l’ha vita Shapo e l’ha persa malamente Sascha. Il servizio del tedesco ha funzionato a intermittenza e quando ha dovuto fare ricorso alla seconda sono stati dolori (solo 6 punti vinti su 21). Il canadese – in stato di grazia in questo inizio di stagione – ha risposto meglio e scambiato meglio. Ha commesso qualche errore non forzato in più, ma ha messo a segno quasi il doppio dei vincenti.

Il 6-3, 7-6, 6-3 finale parla da sé. E ancora di più il conto dei punti totali vinti dai due: 104 a 88 per Denis. Poco da dire.

Addio, ancora addio, all’obiettivo Slam

Con questa prematura sconfitta, il tedesco abbandona ancora una volta il sogno di vincere il suo primo torneo del Grande Slam. Un sogno che però, per un tennista di 24 anni, da almeno cinque anni ospite praticamente fisso della top-5, che ha vinto 19 titoli in carriera (di cui cinque Masters 1000 e due Atp Finals), non può essere più considerato tale. E’ da considerarsi un obiettivo. E, in questo caso, un obiettivo fallito, anche abbastanza miseramente.

Una clamorosa occasione persa

L’obiettivo fallito quest’anno, nello Slam in cui nel 2020 arrivò in semifinale, è ancora più grave perché l’assenza di Djokovic (e quella di Federer, ovviamente) avevano aperto un’autostrada per il tedesco, almeno per giocarsi la finale. Sì, è vero, sulla sua strada avrebbe incrociato Nadal, ma almeno sulla carta non era un Rafa nelle migliori condizioni quello che avrebbe affrontato ai quarti, se ci fosse arrivato.

Insomma, per il Sascha visto nell’ultimo anno e in particolare negli ultimi mesi quello del primo Slam stagionale rappresentava un’occasione fondamentale per fare il definitivo salto di qualità e puntare, non solo a vincere il suo primo Major, ma anche a puntare quella posizione numero uno del ranking che Djokovic potrebbe essere costretto a lasciare libera quanto prima.

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