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“Così è cambiato tutto”. A tu per tu con Franco Agamenone, un anno dopo
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Conoscemmo Franco Agamenone circa un anno fa. Era reduce da ben sette titoli, cinque ottenuti in ITF e due nel circuito Challenger, che gli valsero la posizione 230 nel ranking mondiale. Ci raccontò la sua storia, del suo travagliato percorso nel tennis e di quanto gli avesse giovato l’essersi trasferito dall’Argentina a Lecce. Era precisamente il mese di settembre, e il nativo di Rio Cuarto si apprestava a vivere con grande ambizione un finale di stagione ricco di novità.

Per come ci parlò in quell’occasione, nel corso di questi mesi non ci siamo mai stupiti dei risultati che è riuscito a centrare, dei costanti miglioramenti della sua classifica (dal 1 agosto è numero 108 al mondo). Perché ci fu subito chiaro che Franco fosse un combattente, umile ma determinato a prendersi tutto quello che in precedenza si era perso per strada.

L’exploit sulla terra battuta di Umago, dove ha raggiunto la sua prima semifinale Atp in carriera, è “semplicemente” la conseguenza di un duro lavoro, accompagnato dalla voglia di emergere oltre che dal talento. Ma, come si dice in questi casi, il meglio deve ancora venire. Ne ha parlato il diretto interessato in esclusiva ai nostri microfoni.

A tu per tu con Franco Agamenone

Franco Agamenone
Foto Roberto Dell’Olivo

Ciao Franco, bentornato ai microfoni di Tennis Fever. Quante cose sono cambiate dalla prima volta!

“Eh già, sono cambiate tante cose. Penso che ho lavorato molto negli ultimi tempi. Ogni giorno, in ogni allenamento, in ogni partita, ho provato a superarmi. Questo mi ha portato dove sono adesso”.

Cosa si prova ad avere la consapevolezza di essere in costante crescita?

“È importante, molto importante. Ti fa rendere conto che il lavoro paga. Ho capito che, quando fai le cose bene, ti alleni bene, mangi ben e ti riposi, i risultati vengono da soli”.

Ad Umago ti sei fatto conoscere da tutta l’Italia, che ti ha apprezzato per le tue qualità da combattente. Sui social sei diventato un eroe, proprio come lo sei stato in campo. Sei contento di piacere così tanto al pubblico italiano?

“Sì. Sono un po’ sorpreso da questo aspetto. La quantità di italiani che mi hanno mandato messaggi o supportato è stata grandissima, ciò mi ha trasmesso una bella carica. È molto importante, mi dà più fiducia per quando entro in campo”.

L’anno scorso ci soffermammo sul tuo cammino nel mondo del tennis. Ne hai parlato anche in Croazia in conferenza stampa. Credi di poter essere una fonte di ispirazione per i giovani che si avvicinano allo sport?

“Sì. Quello che provo a trasmettere è che non bisogna stare a sentire la gente quando dice che non ce la puoi fare. Vale sempre la pena provarci fino alla fine. Con il lavoro i sogni si possono realizzare. Io ci ho provato per tanti anni. Fino al 2019-2020 non trovavo i risultati, poi qualcosa è cambiato. Spesso è fondamentale anche avere attorno le persone giuste che ti fanno crescere”.

Cosa ti ha colpito maggiormente di Jannik Sinner?

“È un grandissimo giocatore. In campo ho sentito soprattutto la sua esperienza, credo sia stato il fattore che ha fatto la differenza nell’incontro. Io ero un po’ nervoso, per il contesto, perché era la prima semifinale Atp, la prima sfida contro un top-10. Preso da queste cose, capita che uno si dimentica della partita, non è facile gestire certe cose in quei momenti. Ma, in ogni caso, sono molto contento. È tutta esperienza che mi aiuterà nelle prossime avventure”.

A proposito di prossime avventure. Cosa cambierà nella tua programmazione dopo questo ulteriore balzo nel ranking?

“Sicuramente cambierà qualcosa, ieri ne ho parlato un po’ con il mio allenatore. In questi giorni faremo altre valutazioni, soprattutto dopo gli US Open. Di certo, giocherò Challenger di livello più alto e proverò a fare qualche altro Atp in Europa. Penso a quelli in Italia, a Firenze e a Napoli, che sono entrambi una possibilità concreta”.

Confermarti sul cemento sarà una doppia sfida. Sei pronto?

“Il cemento è una superficie sulla quale ho giocato poco, ma mi piace farlo. Sono più abituato a giocare sulla terra, certo. Però sento che posso fare bene.

Emozionato per gli US Open?

“Sarà il mio primo US Open. Proverò a dare il massimo, come sempre, e cercherò di godermi il torneo”.

Dicevamo del nuovo best ranking. Ad oggi sei numero 108 al mondo, dove ti vedi a fine anno?

“Ho iniziato la stagione con l’obiettivo di arrivare in top-100. Sarebbe molto bello riuscirci, però sappiamo che non è facile. È meglio che mi concentri su quello che devo fare per arrivare lì. In questo momento non sto pensando tanto alla classifica. So che sto lì, ci sono vicino, ma ritengo sia più opportuno centrarmi sulla mia crescita”.

A cura di Giuseppe Canetti.

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