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La storia di Luca Nardi, altro predestinato che farà grande il tennis azzurro
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Luca Nardi da Pesaro, come Jannik Sinner, è l’emblema dei passi da gigante fatti dal tennis italiano negli ultimi anni. Un tennis diventato moderno, adattabile, che ha abbandonato la tradizionale predilezione per la terra battuta. Un tennis che, allo stesso tempo, cerca di unire classe e pragmatismo, strappi e costanza, forza e velocità, testa e cuore. In sintesi, l’insieme delle prerogative necessarie al successo. Il nostro Luca sembra possederle un po’ tutte.

Il cammino di Nardi sulla strada della consacrazione

luca nardi
Foto Instagram Luca Nardi

Agli ottavi dell’Atp 500 di Astana, nonostante la sconfitta, il classe 2003 ha toccato il picco più alto della sua giovane carriera, costringendo Tsitsipas ad aggrapparsi al tiebreak in entrambi i parziali della sfida. Una prestazione che sa tanto di spartiacque tra il consueto percorso di crescita e la definitiva consacrazione a certi livelli.

Quello che lo ha portato lottare alla pari contro il numero sei del mondo, è stato un cammino lungo, fatto di alti e bassi, cambiamenti, ma glorioso fin dall’inizio: riavvolgiamo il nastro.

Nardi e gli inizi da predestinato

Nardi ha fatto il suo esordio tra i professionisti nel giugno 2018, all’età di 14 anni e 10 mesi, partecipando ad un torneo Future, tenutosi a Sassuolo. In Emilia, ci si è subito resi conto di essere di fronte ad un predestinato. Già, perché Luca, al primo torneo della sua carriera, ha raggiunto i quarti di finale, diventando il più giovane tennista italiano di sempre ad aver ottenuto un punto nel ranking Atp.

Il primo titolo Itf, invece, è arrivato nel 2020, sul cemento di Sharm El Sheikh, dove l’azzurro ha dato un ulteriore assaggio delle sue qualità, tra cui un’innata predisposizione a giocare colpi armoniosi, geniali, decisi ma mai scomposti. Estro e magia al servizio della concretezza. Se ne sono accorti anche gli organizzatori dell’Atp 250 di Anversa, che quindi hanno deciso di fornirgli una Wild Card. In Belgio, Nardi non ha dato loro modo di pentirsi, visto che ha addirittura strappato un set a Marcos Giron prima di arrendersi alla maggiore esperienza dello statunitense. Poi Challenger e Itf, Itf e ancora Challenger. Per farsi le ossa.

Il 2021: la svolta

Il 2021 è stato per Nardi l’anno della svolta. Dopo una prima parte di stagione travagliata, il pesarese ha trovato finalmente la quadra e, dall’estate in poi, è tornato a macinare polvere e vittorie seguendo la scia del suo sogno. Sulla terra di Madrid e Genova altri due titoli Itf.

“Sono stati mesi particolari per me, perché ho fatto tanti cambi per quanto riguarda i maestri e dove mi allenavo. Nella prima parte di stagione non è andata benissimo. Poi da maggio sono tornato ad allenarmi col mio maestro di sempre e da lì le cose sono andate progressivamente meglio. Ho vinto un paio di tornei, ho fatto qualche finale. Spero di finire al meglio questo 2021”, ci raccontava Luca quasi un anno fa, quando in molti già iniziavano a definirlo come la futura punta di diamante del tennis italiano.

“La senti la pressione?”, gli abbiamo domandato. E lui: “Per niente. Io penso solo a giocare e a divertirmi. Faccio quello che posso. Poi se viene viene. Semmai dovessi diventare uno forte sarebbe una bellissima cosa. Ma, al momento, non soffro alcun tipo di pressione. Sono tranquillissimo”. Una tranquillità che nel 2022 gli ha fatto fare un balzo enorme…

Il 2022: la consacrazione

La consacrazione è un qualcosa che si ottiene attraverso varie tappe. E Nardi alcune di queste tappe ha deciso di bruciarle a inizio 2022, conquistando i suoi primi sigilli nel circuito Challenger sul cemento di Forlì, Lugano e Maiorca. In Italia e in Svizzera i tornei sono andati in scena al coperto, mentre in Spagna si è giocato in condizioni outdoor. Dimostrazione che stiamo parlando di un giocatore che si sente a suo agio in ogni situazione. D’altronde “Giotto” – come l’hanno soprannominato diversi suoi ammiratori e sostenitori – si è tolto qualche soddisfazione anche sulla terra battuta. Ricordiamo la sconfitta con onore contro Norrie agli Internazionali e la qualificazione sfiorata (ma nel vero senso della parola) al main draw del Roland Garros.

L’ultimo exploit ad Astana, dove ha superato al debutto Alexander Shevchenko per poi battagliare alla pari con Tsitsipas, rappresenta la chiusura di un cerchio. Il passaggio da promessa a giocatore pronto è ormai avvenuto. Ora è sui dettagli che si comincerà a lavorare.

Nardi e il balzo nel Ranking

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Foto Instagram Luca Nardi

Da quando Nardi si è guadagnato il suo primo punto Atp sono passati diversi anni, nel corso dei quali ha sempre “dimezzato” il suo ranking. Ci spieghiamo meglio. Nel 2019 Luca ha concluso la stagione da numero 1438 al mondo; dodici mesi più tardi l’ha fatto o da numero 787. Nel 2021, invece, l’azzurro si è trovato a ricoprire la 364esima posizione. Attualmente è il numero 153, ma il suo best ranking è alla 142, risultato fatto registrare il 12 settembre scorso. Tutto lascia presagire che il Next Gen marchigiano – terzo classe 2003 al mondo dietro solo ad Alcaraz e Rune – possa continuare a tagliare la classifica così come taglia il campo coi suoi colpi straordinari.

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