Sono sempre più gli addetti ai lavori che vedono Jannik Sinner come possibile campione slam. Uno di questi è Peter Johnson, direttore del Kooyong Classic, il torneo d’esibizione in cui giocherà l’azzurro prima dell’Australian Open.
Il futuro parla italiano
Prima dell’inizio ufficiale dell’Australian Open, molti protagonisti del circuito Atp saranno impegnati nel Kooyong Classic. Un torneo d’esibizione molto importante, che viene ospitato nell’antica sede dell’Happy Slam (la prima edizione del 1927 è stata disputata su quei campi e per più di 15 anni tra il 1972 e il 1987 l’evento è stato ospitato nello storico club).
In una recente intervista con SuperTennis, il direttore del torneo Johnson ha voluto parlare della competizione e dei partecipanti, approfondendo il discorso relativo al nostro Sinner.
“L’attrazione per i giocatori è la storia del Kooyong Club. Lo stadio attrae, ma il club e noi come organizzatori dobbiamo fare in modo che l’evento funzioni bene per i giocatori. Ad esempio, ora la superficie del Centrale ha la stessa velocità di quelli a Melbourne Park. Non possiamo certo più giocare sull’erba, per esempio. Il successo poi si spiega con la collocazione in calendario. Ho sempre creduto che i grandi giocatori, quelli che puntano a vincere gli slam, non gradiscano giocare un torneo del circuito la settimana prima di un major. Infine, c’è la formula dell’evento, il terzo elemento a cui si deve il nostro successo.
Quando qui si giocava l’Australian Open tanti anni fa, il Centrale aveva 12 mila spettatori. Il club ha 18 mila soci e quando l’Australian Open è stato spostato a Melbourne Park non riusciamo più a portare 12 mila spettatori al giorno. Così abbiamo ridotto la capienza a quattro mila posti, allargato la Clubhouse che ora si affaccia sul campo, per cui puoi stare sul balconcino a bere un drink e intanto guardare la partita.
La scelta dei tennisti? Quello che cerchiamo di fare è creare storie interessanti. Personalmente mi piacciono molto questi confronti ‘vecchi contro giovani’. Oltre a Murray, che tutti conoscono e vogliono vedere, avremo anche De Minaur. E ci sarà anche Zhizhen Zhang, il primo top100 cinese nel ranking ATP. Anche questa è una storia e ci aiuta anche dal punto di vista della riuscita economica dell’evento perché sarà trasmesso in tv in Cina e i nostri sponsor hanno interessi lì.
Sinner? Allo US Open, quando Sinner ha avuto match point contro Alcaraz, è andato davvero vicino a vincere il torneo. Per me è uno di quei tre o quattro giocatori di cui adesso si può dire quasi certamente che vinceranno uno slam. Quando dirigevo il torneo di San Pietroburgo gli abbiamo dato una wildcard nel 2019. Perse al primo turno, ma si vedeva che aveva qualità straordinarie. Ora in Australia con un coach australiano come Darren Cahill il pubblico gli sarà più vicino perché questa associazione qui piace molto”.
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