Srdjan Djokovic, dopo le pesanti critiche delle ultime ore per aver posato in alcune foto con dei sostenitori filo-Putin, ha spento le polemiche prima della semifinale di Nole contro Tommy Paul all’Australian Open. Attraverso un comunicato ufficiale, il serbo si è totalmente distaccato dal sostegno alla guerra in Ucraina.
Il comunicato di smentite
Djokovic senior non è forse secondo a nessuno in quanto a critiche fuori dal campo. Il padre del 21 volte campione slam, dopo le polemiche della scorsa stagione attorno allo status vaccinale del figlio, è tornato a far parlare di sé nelle ultime ore per aver posato con individui con indosso delle magliette con il vessillo Z (il famoso simbolo pro-Putin) e bandiere di Russia e Serbia (con il medesimo ricamo).
Al contrario di molte altre volte, visto anche la gravità delle accuse, il serbo è voluto intervenire immediatamente, spegnendo sul nascere le polemiche attorno al suo nome e a quello del figlio.
“Sono qui solamente per supportare mio figlio. Non ho avuto la minima intenzione di causare confusione o di prendermi i titoli delle prime pagine.
Ero fuori con i fan di Novak, come faccio sempre dopo le partite di mio figlio, per celebrare le sue vittorie e farmi delle foto con loro. Non avevo intenzione di farmi immortalare con quel genere di vessilli.
La mia famiglia ha vissuto l’orrore della guerra e ci auguriamo sempre e solo la pace nel mondo.
Non voglio prendermi la luce dei riflettori prima della semifinale di mio figlio e dell’altro giocatore, ho scelto di vedermi la partita da casa.
Mi auguro di vedere una bella partita e tiferò per mio figlio, come al solito”.
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