Coach Sinner: nessuno come Agassi nella storia. Ecco perché
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Darren Cahill, attuale coach di Jannik Sinner, ha rilasciato un’intervista in cui ha rivissuto i momenti al fianco di Andre Agassi. L’australiano ha speso parole al miele per il suo ex pupillo, sottolineando degli aspetti che l’hanno reso unico nella storia del nostro sport.

Le rivelazioni del coach

Cahill è uno dei nomi più importanti tra i coach del circuito Atp. È riuscito a portare in vetta alle classifiche mondiali e a vincere uno slam (US Open 2021) Lleyton Hewitt e Simona Halep (Roland Garros 2018). Con Agassi, però, ha trascorso forse il momento più esaltante tra il 2002 e il 2006. In molti pensavano che l’americano fosse ormai finito, ma da quel momento riesce a vincere un altro slam (Australian Open 2003) e a tornare in vetta alla classifica mondiale (decimo più vecchio della storia).

La maniera in cui il suo cervello ragiona è unica e credo che nessuno sia mai stato come lui nella storia del tennis. Ti chiede qualcosa come 50 domande sull’avversario che affrontava, le sue tendenze, come è abituato a colpire la palla. Se il peso lo mette sulla gamba dietro o su quella avanti. Che reazione avrebbe avuto ad un suo tiro. Lo slice, se avrebbe funzionato oppure no. Riuscire ad attaccare dopo un suo slice…

Devi riuscire a leggere la partita insieme a lui, anche perché era uno dei pochi giocatori in grado di capire che chi è in campo è lui. Aveva, però, bisogno di tutte queste cose per affrontare al suo meglio un match.

Per me è stato il lavoro sicuramente più bello perché dovevo fare i miei compiti e farmi sempre trovare preparato per le sue partite.

Non abbiamo iniziato a lavorare insieme prima dei suoi 32 anni. In quel momento aveva un infortunio al polso e in molti pensavano fosse in un momento di calo nella carriera. Per questo, molti consideravo rischioso iniziare a lavorare con lui. Io, al contrario, non l’ho mai visto come un rischio.

Ci siamo seduti un giorno e mi fa ‘Come ci mettiamo d’accordo a livello finanziario?’. Io allora gli ho risposto ‘Sarò qui solo per un periodo di sei settimane. Non ti preoccupare dei soldi. Alla fine di questo tempo, se penserai che sia il coach che è riuscito a rialzarti, parleremo di futuro. Se non ti sentirai felice, ci divideremo’. Non vedevo l’ora di poter trascorrere sei settimane con una leggenda come lui: è sempre stato ed è ancora un ragazzo d’oro”.

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