Rinascimento del tennis italiano, genesi ed evoluzione
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Il secondo Slam della stagione è appena cominciato e anche quest’anno l’Italtennis si presenta con una folta pattuglia nel tabellone principale. Nove azzurri in totale, con ben 4 next gen (under 22): Sinner, Musetti, Cobolli e Zeppieri. Cinque se aggiungiamo anche Arnaldi, che i 22 anni li ha compiuti da poco. Numeri che ci spingono ancora una volta a fare un ragionamento sulla forza del movimento italiano.

Nell’attuale ranking, tra i top 200 sono presenti in totale 27 giocatori con un’età inferiore ai 22 anni. In termini percentuali rappresentano una quota del 13,5%. Non una quota così sbalorditiva, a dire il vero.

Ma continuando ad osservare e spostando i riflettori sulle varie nazionalità, è possibile evidenziare, in tutta la sua bellezza, la grande forza (e le bellissime prospettive) del movimento italiano. Di quei 27 giocatori, ben 7 sono italiani. Diventano 9 se allarghiamo ai top 205. Abbiamo la rappresentanza più alta, nettamente. A seguire c’è la Francia con quattro presenze, e poi tutte le altre nazioni con due o una rappresentanza, come ad esempio la Spagna (anche se quell’unico iberico sembra viaggiare su un altro pianeta…).

La cause della crescita

La forza dell’Italtennis non dovrebbe sorprenderci più di tanto, consapevoli (come siamo ormai tutti) della palese crescita del nostro vivaio, sempre più concreta e oggettiva. Ma a chi è attribuibile questo netto miglioramento avvenuto nel corso degli anni?

Prima di proseguire con l’approfondimento vorremmo chiederlo direttamente a voi, proponendovi questo brevissimo sondaggio.

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Chiaramente non è così semplice provare a rispondere. Da una parte è innegabile il lavoro svolto dalla Federazione, a cui va riconosciuto di aver messo a disposizione dei giocatori molte risorse, consulenze tecniche, aiuti nelle trasferte, raduni a Tirrenia, insomma una bella potenza di fuoco, aumentata di molto rispetto ad anni fa. Quando lo abbiamo chiesto a Lorenzo Sonego, nella nostra intervista durante gli Internazionali, lui ha citato l’importantissimo aiuto delle wildcard, elogiando il lavoro della Federazione.

“Roma è speciale. Ecco i miei obiettivi”. Parla Lorenzo Sonego (ESCLUSIVA TENNIS FEVER)

Rimanendo per un attimo sui passi in avanti della Fitp, vogliamo anche citare quanto detto dal dirigente Roberto Commentucci, che conosciamo, intervenuto nel podcast “30-40” curato da Leonardo Poggi e Miki Fossati (un ottimo prodotto che abbiamo scoperto da poco, ve lo consigliamo!).  Nel suo intervento Commentucci, tra le motivazioni della crescita, mette in evidenza anche la minore esposizione mediatica dei nostri giovani. E lo fa raccontando di averne parlato direttamente con il tecnico federale Gabrio Castrichella, durante il challenger del Garden andato in scena un mese fa a Roma.

Viene spiegato come nel tempo si sia praticamente sciolta la pressione mediatica rispetto alla generazione Baldi, Donati, Quinzi, Napolitano, perché gli emergenti di oggi sono ben coperti dai vari Musetti, Sonego, Sinner e Berrettini. Mentre prima, quando tutti si aspettavano che arrivasse da un momento all’altro un fuoriclasse, ogni piccolo movimento dei giovani veniva vivisezionato. Ve lo immaginate in effetti 10 anni fa un Arnaldi in top 100? Chissà quanti titoloni di giornale avrebbe ottenuto.

Ma allo stesso tempo, tornando a parlare delle cause che hanno scatenato la crescita dell’Italtennis, ci chiediamo: avremmo avuto lo stesso risultato di Next gen italiani senza gli ottimi risultati di Berrettini, Sonego, Sinner e Musetti a fare da traino? Perché anche questo è un tema, il traino degli italiani che cominciano a vincere e a dare fiducia ai nuovi. E gli appassionati aumentano, come dimostra il crescente numero di iscritti alla Fitp. Un po’ di zampino della Federazione, a nostro giudizio, c’è anche su questo aspetto, visto che la Fitp ha creduto nella programmazione di un canale in chiaro e di qualità come Supertennis, elogiato peraltro qualche giorno fa dallo stesso Tsitsipas (“ha avuto un ruolo fondamentale per la crescita del tennis italiano”). Ma in fin dei conti qualche risultato positivo sarebbe comunque arrivato. Anche senza Supertennis. Per cui, in conclusione, è forse più corretto parlare di concause.

Il confronto con gli altri

Ma al di là delle motivazioni, quello che i numeri certificano in maniera inequivocabile è la crescita della rappresentanza italiana all’interno del circuito. Torniamo allora sui nostri grafici, concludendo il nostro ragionamento concentrandoci sull’evoluzione nel corso degli anni.

Nel prossimo grafico abbiamo analizzato la presenza degli italiani nei ranking degli ultimi 10 anni, prendendo due classifiche per stagione, una a gennaio, l’altra a giugno. Per un totale di 20 rilevazioni totali. Ne è venuta fuori una crescita costante. Mentre nell’utlimo grafico troverete il confronto tra le nazioni. Come si può notare, la tendenza migliore di tutte le altre nazioni è quella dell’Italtennis (cliccando sul nome della singola nazione si possono deselezionare i relativi i tracciati, per rendere migliore la lettura). E la speranza, ovviamente, è che quella linea verde possa crescere ancora di più e più degli altri.

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