Una scena che farà parlare per molto tempo al Roland Garros: Alexander Zverev non ha potuto fare l’iniezione di insulina in campo. Il tedesco, affetto da diabete da quando è bambino, ha rivelato in conferenza stampa lo strano atteggiamento del torneo francese.
Le mancate iniezioni
Zverev, dopo le continue difficoltà dei primi mesi del 2023, sta finalmente tornando quello di un tempo. Sarà un caso, ma sta giocando il miglior tennis proprio nel torneo in cui si è infortunato gravemente l’anno scorso (caviglia): il Roland Garros. A un anno di distanza (in quell’occasione si arrese alla sedia a rotelle e a Rafael Nadal in semifinale) è di nuovo ai quarti di finale, in cui partirà nettamente favorito con Thomas Martin Etcheverry (inizio alle ore 15).
Oggi, però, vogliamo parlarvi di un preciso istante della partita di quarto turno dominata contro Grigor Dimitrov. Sascha ha bisogno di un’iniezione di insulina (è affetto da diabete da quando è bambino). Gli ufficiali di gara, nonostante la brevità del gesto, non gli permettono di farla in campo e vogliono che il tedesco si rechi in bagno.
In conferenza stampa, Zverev ha parlato dell’accaduto e di quello che succede normalmente nei tornei Atp.
“Mi hanno detto di lasciare il campo. Nella mia ultima partita, mi hanno detto che questa sarebbe stata considerata una pausa per il bagno. Ho risposto: ‘Ragazzi, dai! Ho solo due pause per il bagno in una partita, ma in match al meglio dei cinque set a volte devo iniettare quattro o cinque volte insulina’. Quindi ho detto loro che non può essere così perché significherebbe che non mi viene permesso un qualcosa necessario per il mio benessere, per la mia vita.
Ho chiesto di uscire dal campo, anche solo per cinque secondi. Me lo hanno vietato. Tutto questo non ha senso”.
Nei tornei ATP è semplice. Mi inietto l’insulina durante i cambi di campo quando ne ho bisogno. Ma qui a Parigi non mi è consentito.
Il supervisor è entrato nella mia stanza mentre stavo per farmi l’iniezione e mi ha detto: ‘Non puoi farlo, ti serve un dottore’. Gli ho risposto che era inutile”.