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Coppa Davis, Binaghi tira le somme: che leader Berrettini! E su Sinner…
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All’indomani dal sofferto passaggio alle fasi finali di Coppa Davis, il presidente della FITP Angelo Binaghi ha tirato le somme della cinque giorni di Bologna. Nella conferenza stampa, ha voluto sottolineare il comportamento esemplare di Matteo Berrettini e tirato un po’ le orecchie a Jannik Sinner.

Il percorso di Jannik

Binaghi si è detto molto soddisfatto del passaggio del turno dell’Italia alle fasi finali di Coppa Davis, nonostante il disastro maturato all’esordio con il Canada. A Malaga, però, la musica cambierà e non si potranno più concedere scivoloni di questo genere per poter ambire all’insalatiera.

Un titolo che manca dal lontano 1976 e che il presidente vorrebbe riportare in Italia anche grazie all’aiuto di Sinner, che è spesso mancato agli impegni della sua nazionale.

Aspettavo la fine degli incontri per parlare di Sinner, a cui faccio i complimenti perché è riuscito in questi giorni a non rispondere e a non farsi trascinare dalle polemiche, a far sì che la squadra riuscisse ad esprimere il meglio anche nelle difficoltà. Sono atteggiamenti di grande maturità che confermano quello che ho sempre pensato di lui.

Ero presente a New York quando ha giocato tre set e mezzo con i crampi contro Zverev, in una situazione molto difficile: c’era molto caldo, era molto umido. Ho seguito le dichiarazioni anche alla nostra televisione in cui ha sostanzialmente detto che era pronto a venire in Davis. Siamo stati informati che il suo staff immediatamente dopo aveva impostato con lui una riflessione seria che ci sembra ragionevole.

Gli hanno detto: ‘Houston, abbiamo un problema. Se vuoi vincere gli slam, un obiettivo suo e di tutto lo sport italiano, i dati ci dicono che abbiamo problemi fisici. A Miami dopo la semifinale contro Alcaraz non ci reggiamo in piedi in finale contro Medvedev. A Cincinnati abbiamo avuto difficoltà fisiche contro Lajovic due giorni dopo aver vinto Toronto. Allo US Open dopo tre incontri non proprio devastanti abbiamo problemi.

Se l’obiettivo continua ad essere, e deve essere, diventare un giocatore che ogni anno lotta per gli slam come Federer, Djokovic e Nadal, allora bisogna fermarsi, fare un programma fisico pluriennale come già stiamo facendo e intensificarlo. Il calendario da qui a fine anno prevede tre, quattro settimane vuote. perciò dobbiamo sfruttare queste settimane per intensificare la preparazione fisica e darti tutte le armi per poterti mettere in condizione di competere per vincere gli slam’.

Condivido, e l’ho condiviso fin dal primo momento con grande sofferenza, l’obiettivo che Sinner e il suo team si sono dati. Oggi succede questo perché ha 22 anni, è numero 4 nella Race e rappresenta per noi un’occasione che nel tennis italiano non c’è mai stata. Nemmeno Panatta e Nicola Pietrangeli, credo, sono arrivati numero 4 del mondo a 22 anni.

Credo che si possano, si debbano sacrificare obiettivi di breve termine per vincere la battaglia di medio e lungo periodo perché, se vinciamo questa scommessa cambiamo la storia del tennis. Arriverà comunque anche per Sinner il momento in cui alla nazionale bisognerà dare la priorità rispetto ad altro, ci saranno situazioni in cui i ragionamenti potranno e dovranno essere diversi. Sono sicuro che Sinner non rinuncerà a venire a Malaga. Credo che abbia detto, e l’ha dimostrato quando è venuto a giocare in Coppa Davis, di provare orgoglio, voglia, passione nell’indossare la maglia della nazionale”.

L’elogio a Berrettini e la polemica su Fognini

Superato il capitolo Sinner, Binaghi si è soffermato sul comportamento esemplare di Berrettini e sulle polemiche nate per la mancata convocazione di Fabio Fognini.

Non pongo nessun nesso di relazione tra quello che è successo in campo il primo giorno, e che stava per succedere nella seconda partita, e le problematiche che ci sono state tra Fabio Fognini e Filippo Volandri. Problematiche che ho seguito: ho parlato con Fabio come sapete, e con Volandri.

Sono degli equivoci che affronteremo con loro nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, per superare questo problema che si è creato, ma che non ha alcun nesso con il risultato della prima giornata e con quello che si sarebbe potuto verificare nella seconda contro il Cile. Anche perché, al contrario, quello che è successo contro il Canada si sarebbe ripetuto nella seconda e magari anche nella terza giornata. Questo se avessimo avuto una ripercussione forte di tenuta della squadra e del gruppo di tipo emozionale. A conferma del fatto che abbiamo una squadra di giocatori e ragazzi straordinari, in campo e fuori.

Matteo Berrettini ha avuto un comportamento straordinario, da leader. I leader fanno così, vengono e trascinano. Credo sia logico che Matteo non ci fosse alla prima partita. È significativo che sia arrivato nel momento di necessità, a inizio settimana non sembrava che dovessimo averne bisogno. Il leader arriva nel momento del bisogno e il momento del bisogno è arrivato con la seconda e con questa terza partita”.

2 Commenti

  1. Berettini si è dimostrato di essere attaccato alla maglia azzurra e questo gli rende onore! Ho criticato Sinner, ma il Presidente ha spiegato i motivi della assenza, mi auguro sia stata la scelta migliore

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