Jannik Sinner tra record e obiettivi futuri: cosa gli manca per diventare (già) il GOAT del tennis italiano
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Negli ultimi mesi del 2023 il tennis italiano ha visto aggiungere pagine importanti alla sua storia. Tutte portano la firma di Jannik Sinner, trascinatore della squadra azzurra nel trionfo in Coppa Davis e vincitore di tre titoli Atp che gli sono valsi l’ingresso nell’olimpo di questo sport.

Il 2023 di Jannik Sinner: da Wimbledon a Malaga, tre mesi da numero uno

Reduce da un 2022 contrassegnato da alti e bassi, Sinner ha iniziato il 2023 spingendo forte sull’acceleratore. I quarti raggiunti all’Atp 250 di Adelaide e gli ottavi raggiunti all’Australian Open non avevano detto nulla di nuovo, certo. Ma la sensazione che si è avuta immediatamente era quella di trovarsi dinanzi ad un tennista evoluto, sia fisicamente sia sotto l’aspetto del gioco, il cui bagaglio si era arricchito di soluzioni mai offerte prima.

Jannik ha poi confermato alla grande le buona sensazioni delle settimane precedenti inanellando due finali consecutive: la prima l’ha vinta all’Atp 250 di Montpellier superando in due set Maxime Cressy. La seconda l’ha persa all’Atp 500 di Rotterdam riuscendo comunque a strappare un set a Daniil Medvedev.

Dopodiché è stato il momento del Sunshine Double, e qui l’azzurro ha mostrato ulteriori segnali di miglioramento spingendosi in semifinale ad Indiian Wells (sconfitto da Carlos Alcaraz) e nuovamente in finale a Miami, dove però ha trovato ancora una volta il russo a rovinargli la festa.

Archiviata la parentesi sul cemento outoor americano, il classe 2001 nostrano ha vissuto sulla terra rossa il periodo “meno luminoso” della sua straordinaria stagione: semifinale a Montecarlo, ritiro pre-match ai quarti di Barcellona, ottavi a Roma e secondo turno al Roland Garros. Bottino che potrebbe comunque essere definito positivo se non stessimo parlando di Jannik. Ma lui è un’altra cosa…

E l’ha dimostrato da Wimbledon in avanti, conducendo una seconda parte di 2023 a livelli sontuosi, anche più alti delle aspettative che aveva creato ad inizio stagione. Dopo la semifinale sul prato verde londinese (persa con Novak Djokovic), ha deciso di saltare la fase a gironi della Coppa Davis per prepararsi al meglio per lo sprint finale. Detto fatto, Jannik ha conquistato al rientro in campo il suo primo Masters 1000 in carriera sbaragliando la concorrenza a Toronto, dove si è imposto nell’ultimo atto su Alex De Minaur con un netto 6-4, 6-1.

E poco importa se a Cincinnati e allo US Open non è stato brillantissimo (eliminato al primo turno e agli ottavi), perché in seguito non ce n’è stato praticamente più per nessuno: prima gli Atp 500 di Pechino e Vienna, poi il raggiungimento della finale alle Nitto Atp Finals – battendo in serie Tsitsipas, Djokovic, Rune e Medvedev – e dulcis in fundo lo storico traguardo della Coppa Davis, vinta trascinando la squadra azzurra per i capelli, annullando tre match point consecutivi al numero uno al mondo e battendolo anche in doppio. Insomma, semplicemente eroico.

La stagione di Sinner in cifre

7 Finali
4 Titoli (1 Atp 250, 2 Atp 500, 1 Masters 1000)
Semifinale a Wimbledon
Finale alle Nitto Atp Finals
Vittoria in Coppa Davis
64 vittorie totali contro 15 sconfitte
3 vittorie contro il numero uno al mondo (2 volte Djokovic, 1 volta Alcaraz)

Sinner, cosa manca per essere ritenuto il GOAT italiano?

Jannik Sinner
Foto Twitter Sinner

A 22 anni Jannik Sinner ha raggiunto la quarta piazza del ranking mondiale ed è improvvisamente diventato il simbolo dell’intero Paese. A giusta ragione, si ritiene che nei prossimi anni possa contendersi il trono di numero uno con Carlos Alcaraz, aggiungendo al suo palmares decine di titoli. Attualmente ne ha vinti dieci e già rappresenta il tennista italiano con la bacheca più folta di sempre, primato che condivide con Adriano Panatta assieme a quello di giocatore italiano col miglior ranking in assoluto (Sinner, però, ci ha anche chiuso l’anno da numero 4 a differenza del romano). Numeri strepitosi con margini di crescita incredibili. Già, perché il bello è che l’altoatesino può crescere ancora, sotto tutti i punti di vista.

Detto ciò, al netto di questioni fisiche, tecniche e tattiche, la domanda che si stanno ponendo milioni di appassionati in questi giorni è: Sinner è già il miglior tennista italiano dell’Era Open? Parecchi, anche un po’ trasportati dall’entusiasmo, ritengono di sì. Noi, per il momento, ‘dobbiamo’ astenerci, ma vi lasciamo con la speranza di potervi dire la nostra alla prossima occasione, senza timore di essere smentiti. Perché ciò significherebbe soltanto una cosa: che Jannik avrà raggiunto uno dei pochi traguardi che oggi gli mancano: la vittoria in un torneo del Grande Slam. Il traguardo per eccellenza per fugare ogni dubbio…

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