Come un fulmine a ciel sereno arriva un ammonimento sconcertante: il mondo del tennis in ginocchio. Ecco tutti i dettagli
Gira e rigira, il patteggiamento di Jannik Sinner con la WADA per scrivere la parola fine sul caso della sua positività al ‘Clostebol’ è il tema più dibattuto nel circuito professionistico tennistico. In pratica, non c’è addetto ai lavori che non abbia detto la sua su tale questione.

Ebbene, a conferma di quanto il tema sia ‘caldo’, al coro dei commenti sulla positività di Sinner si è unita anche la mamma di Holger Rune, attualmente numero 13 del modo dopo essere stato il quarto (agosto 2023).
Tuttavia, la signora Aneke, che da sempre segue il figlio nel circuito tanto da essere per il 21enne danese un punto di riferimento imprescindibile, ha posto l’accento su un aspetto della vicenda trascurato dai commentatori e addetti ai lavori e che, invece, dovrebbe allarmare tutti i tennisti.
Mamma Holger Rune: “Quanto capitato a Sinner potrebbe capitare a chiunque”
Ciò che è successo a Jannik Sinner potrebbe capitare a chiunque vista la facilità della contaminazione che fa scattare la positività: è la conclusione cui è giunta la mamma di Holger Rune sulla base della modalità di contaminazione, un massaggio del suo ex fisioterapista, del numero 1 del ranking Atp
“Se leggete un po’ di informazioni sul Clostebol, scoprirete quanto sia spaventosamente facile trasmetterlo ad altre persone, se utilizzato da terzi. Questo, secondo me, è l’aspetto più sinistro di tutta la vicenda. Pensate al numero di fans o alle superfici che toccate, ecc“, l’acuta osservazione della signora Aneke.

Ragion per la quale i giocatori non devono mai abbassare la guardia anche se, ha precisato la stessa Aneke Rune, “non possono restare isolati da tutti e mangiare banane biologiche tutto il giorno per paura che un test riveli 0,00000000001 tracce di qualcosa“.
Ma la signora Rune è intervenuta anche sul sospetto, sollevato da alcuni addetti ai lavori, di un trattamento di favore di cui avrebbe goduto Jannik Sinner: “Ritengo che un lasso di tempo di tre mesi o di un anno sia troppo lungo. Non conosco abbastanza i dettagli di ogni singolo caso per dire se sia giusto. Questo spetta al Consiglio di amministrazione della WADA. Da quanto ho letto, credo che la maggior parte delle critiche degli atleti si basi sul fatto che ci sono linee guida molto diverse nei singoli casi quando si tratta di incidenti evidenti e non di doping intenzionale“.
Ecco perché per la signora Aneke fermare un tennista come accaduto a Sinner sarebbe sconcertante: “Non dovrebbero volerci più di x giorni al massimo per confermare se si tratta di contaminazione o meno in modo che gli atleti possano riprendere rapidamente la loro carriera e non restare seduti per un po’ perché alcuni impiegati si divertono con alcune analisi con 0,000000001 mg“. Beh, per la gioia della mamma di Rune, dal 2027 non sarà più così.