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Il ritorno di Milos Raonic
I

L’ultima volta che aveva raggiunto una semifinale ad un Master 1000 era ad Indian Wells, più di un anno fa.

Milos Raonic è cambiato molto da quel giorno.

L’aspetto prima di tutto.

I capelli sistemati sotto la bandana bianca (per intenderci quelli dei suoi migliori anni, culminati con il n.3 Atp del 2016) sono spariti ed hanno lasciato spazio ad una folta chioma “selvaggia”.

Il 2016 doveva essere la sua rampa di lancio, invece è stato il suo apice. Nei successivi quattro anni appena due semifinali nei Master 1000, un po’ poco per chi sembrava pronto a prendersi un posto importante tra i grandi del tennis mondiale.

Di allenatori, al contrario, ne cambia diversi: sono passati gli anni magnifici con Ivan Ljubicic.

Quattro anni dopo, un po’ a sorpresa, siamo di fronte al ritorno di Milos Raonic.

Nel torneo della ripresa, si riprende le copertine.

Arriva ai quarti contro Filip Krajinovic abbastanza agevolmente. Liquida in due set tutti i suoi avversari, Querrey, Evans ed Andy Murray, a cui concede appena quattro giochi.

Con Krajinovic ha vita molto più dura. Perde il primo set del suo torneo. Serve per rimanere nel match nel secondo e fronteggia un match point nel terzo.

Il tutto con la calma che lo accompagnava nei giorni migliori.

Fa suo l’incontro dopo una battaglia di 2 ore e 45 minuti.

È pronto a tornare nella top30 mondiale.

Ad attenderlo in semifinale c’è Stefanos Tsitsipas, uno dei giocatori che ha spento i riflettori del canadese per accenderli su di sé.

Sarà come una rivincita per Milos, riuscirà finalmente ad imporsi tra i grandi del tennis mondiale?

 

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