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Sinner in missione: cinque chiavi per raggiungere la vetta del ranking
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Pochi fronzoli e lavorare, senza rilassarsi mai un attimo. Questo è l’imperativo che Jannik Sinner ripete a se stesso. L’altoatesino non è mai appagato, ma sempre alla ricerca dello step in più, di quello che si poteva fare ma non è stato fatto. Una mentalità da campione, ad avercela tutti.

Chissà se tale mentalità lo porterà alle Finals. Una tentazione enorme per Jannik, che però ha sempre affermato di dare la priorità al suo processo di crescita e non agli obiettivi a breve scadenza. Concetto, tra l’altro, ribadito dal suo allenatore Riccardo Piatti: “Sinner non è ancora tra i primi cinque giocatori al mondo, ma credo che tra un anno e mezzo sarà dove vuole. È predestinato a lavorare, ha ancora margini di miglioramento e il mio ruolo è concentrarmi su questi punti”.

E allora andiamo a scoprire quali sono questi punti.

L’esperienza sui cinque set

Per entrare nell’élite del tennis è necessario che si abbia abbastanza esperienza nella gestione delle partite su cinque set. Si tratta di una categoria diversa di match, che possono non finire mai, che possono riaprirsi e girare completamente. Ne sa qualcosa Jannik, viste le difficoltà incontrate a chiudere la sfida di New York contro Gael Monfils. Tuttavia, essendo soltanto quattro gli Slam in calendario ogni anno, non sono molte le occasioni di giocare i cinque set. È necessaria pazienza e perseveranza. Prova ne sono i percorsi di Medvedev, Tsitsipas e Berrettini.

Il servizio

Sinner sta lavorando molto sul suo servizio, dimostrando anche di aver ottenuto già qualche progresso. È passato dal movimento con il piede destro che si unisce al sinistro a quello con i due piedi che rimangono distanti durante tutto il movimento e ha anche cambiato il lancio di palla. Queste le parole di Jannik a Sofia: “L’estate scorsa avevo la sensazione che dovessimo cambiare qualcosa nel servizio. Credo che il movimento che faccio ora renda le cose più semplici. Mi sento a mio agio, ma per ogni giocatore è differente. Spesso mi lanciavo la palla storta, ora lanciandola più in alto ho più tempo e la racchetta può andare più veloce. Stiamo provando tante cose, magari tra un anno cambierò ancora”.

La strategia di gioco

Quando Sinner ha debuttato nel circuito, ha sorpreso tutti con il suo gioco esplosivo. Qualche vittoria dopo, però, gli avversari hanno cominciato a prendere le giuste contromisure. Adesso è arrivato il momento che il ventenne di San Candido esca dalla propria zona di confort non potendo più contare sull’effetto sorpresa. Cambiare, se è il caso soffrire, e poi migliorare. La verità è tutta qui: “Stiamo cambiando alcune cose per migliorare. Però ci vuole tempo, bisognerà valutare nelle prossime settimane e soprattutto nel prossimo anno. È sempre un percorso lungo, bisogna essere pronti anche ad affrontare i momenti difficili”.

La continuità

Crescendo e maturando, Jannik Sinner acquisirà molto probabilmente una sempre maggiore continuità di rendimento. Che poi è quello che serve per affermarsi lassù: “Da Sofia a Indian Wells non sarà una situazione facile: arrivi tardi, hai solo un paio di giorni e devi essere pronto per la partita. A vent’anni devi imparare tutto, non solo il tennis, ma come gestirti fuori dal campo e puoi sempre migliorare. Io cerco sempre di fare del mio meglio”.

La tenuta fisica

A 20 anni Sinner è un ragazzo in fieri, il cui fisico è in continua evoluzione. Seguito da Claudio Zimaglia, osteopata e fisioterapista del team, e dal preparatore atletico Dalibor Sirola, l’azzurro sta lavorando per aumentare la sua performance senza eccedere nei carichi e rischiare infortuni. Un fisico più prestante gli permetterà di recuperare sempre più velocemente tra una partita e l’altra, soprattutto nei match in 3 set su 5, e tra una competizione e l’altra.

E secondo voi, quanto impiegherà a raggiungere la top-5?

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