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“Il Covid, le vittorie, la sfortuna e un sogno chiamato Atp”. Parla Giovanni Fonio
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Dopo aver vinto tre titoli nel circuito ITF (tra 2020 e 2021), Giovanni Fonio, tennista azzurro classe 1998 dal delicato rovescio a una mano, la scorsa settimana ha sfiorato la sua prima finale Challenger ad Antalya. Un bel risultato che gli ha consentito di scalare trentaquattro posizioni nel ranking ATP e di ottenere, dunque, il suo miglior piazzamento in carriera. Giovanni, oggi, è il numero 407 al mondo. Tuttavia, non è stata un’annata semplice quella del piemontese, dal momento che ha dovuto fare i conti col Covid, con le relative conseguenze e anche con un infortunio. Il 2022, si spera, sarà la stagione della sua consacrazione. Le premesse ci sono tutte.

Di questo e tanto altro ancora, il diretto interessato ne ha parlato in esclusiva a Tennis Fever.

L’intervista a Giovanni Fonio

Ciao Giovanni, come stai?

“Tutto bene, grazie. Sono appena rientrato dalla Turchia. Adesso mi prenderò qualche giorno di riposo”.

Qualche giorno di riposo e poi…?

“E poi mi allenerò un po’ sul veloce. La nuova stagione è alle porte, inizierà il 3 gennaio. Penso che il mio 2022 ripartirà dal Challenger di Forlì”.

Torniamo alle origini. Come è iniziato il tuo percorso nel mondo del tennis?

“Io vengo da una famiglia di tennisti. I miei genitori e mio fratello maggiore praticavano questo sport e mi hanno trasmesso la loro passione. Ho cominciato a giocare a tennis all’età di sei anni ed è stato amore a prima vista. Fino ai dodici anni giocavo anche a calcio, poi ho deciso di dedicarmi esclusivamente alla racchetta”.

Il 2021: due titoli ITF, una semifinale Challenger, il best ranking. Che bilancio fai della tua stagione?

“Il 2021 era cominciato molto bene, poi sono stato un po’ sfortunato. Nel senso che nel mio momento migliore, dopo che avevo vinto due titoli, purtroppo ho contratto il Covid. Il virus mi ha tenuto fuori per circa un mese e mezzo, interrompendo il momento favorevole. Dopo la malattia ho avuto anche qualche difficoltà nel ritrovare la forma fisica adatta e non è stato facile. Successivamente, verso l’estate, mi sono ripreso del tutto, tornando ad esprimere un buon tennis. Ma anche in tal caso sono stato sfortunato, visto che abbastanza stupidamente, se così vogliamo dire, sono caduto sulle scale. Battendo il ginocchio mi sono procurato una ferita che ha necessitato di cinque punti di sutura. Risultato, un altro mese fermo. Quindi…”.

Ciò però non ti ha impedito di raggiungere il punto più alto della tua giovane carriera

“Sì, infatti, devo dire che dal punto di vista del livello espresso nel corso della stagione sono sicuramente soddisfatto. Purtroppo, però, per questi problemi di infortuni non sono riuscito ad avere una continuità tale da permettermi di salire più su”.

Ci raccontavi del Covid e delle sue conseguenze…

“È complicato da spiegare. Nel momento in cui ho ripreso l’attività, soprattutto all’inizio, ho avuto molteplici difficoltà fisiche. Mi sentivo stanco, non riuscivo a spingere e a dare il 100%. Nei primi tornei ho avuto bisogno di svariate partite prima di sentirmi al meglio. Si prova una sensazione di impotenza, come se ci fosse un blocco fisico”.

Che propositi hai per il 2022?

“Il proposito è sicuramente quello di prendere slancio da questo finale di 2021. L’obiettivo principale è costruirmi una classifica che mi permetta di giocare in pianta stabile nel circuito Challenger. Poi, voglio proseguire la mia crescita dal punto di vista del gioco, che è la cosa più importante, e trovare una maggiore continuità”.

Su cosa ti stai concentrando per migliorare ancora?

“Sto lavorando tanto, in particolare sul ‘come comandare il gioco’ per poi andare a prendere il punto a rete. Vorrei essere un giocatore completo, che in campo riesce a fare tutto. L’idea è quella di essere il più possibile aggressivo, di andare alla ricerca del punto”.

A proposito di ‘andare a rete’. In doppio hai ottenuto due titoli quest’anno. Viste le difficoltà degli azzurri in Davis, ci viene da fare una battuta: ti stai candidando?

“Ehhh (ride, ndr). Diciamo che il doppio è una specialità che mi diverte e che mi aiuta tanto per il singolare. In Italia ci sono grandissimi giocatori che possono giocare bene il doppio. Per quanto riguarda la Coppa Davis, direi che purtroppo siamo stati un pochino sfortunati”.

Chi è il tennista che ti ha influenzato o ispirato?

“Ho iniziato a giocare a tennis guardando le partite di Roger Federe in televisione. Lo svizzero è sempre stato il mio idolo, e lo è tutt’ora. Dire che ci si ispira a lui è quasi un’eresia, perché lui fa delle cose che solo lui può fare, però sicuramente lui è un punto di riferimento per me. Mentre, per quanto riguarda il tennis italiano, uno al quale mi sono sempre ispirato, anche per caratteristiche di gioco, è Simone Bolelli. Ho avuto anche l’opportunità di allenarmi con lui tante volte. Nel panorama azzurro è stato lui il mio punto di riferimento”.

Chiudiamo come una promessa. Ci risentiamo all’esordio ATP?

“Eh, sarebbe… speriamo di sentirci presto allora!”.

Grazie mille Giovanni, in bocca al lupo!

“Grazie a voi. Alla prossima!”.

a cura di Giuseppe Canetti

© RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE

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