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Sinner e il fattore superficie: il veloce, il cemento e quel feeling che stenta a decollare
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Come vi abbiamo raccontato, Jannik Sinner è stato eliminato agli ottavi del Masters 1000 di Cincinnati da Auger-Aliassime. Sfiorato più volte il successo, l’altoatesino ha dovuto inesorabilmente arrendersi alla rimonta del canadese (cresciuto in maniera esponenziale nel corso della sfida), incassando un’altra delusione sul cemento americano dopo quella di Montreal.

In vista degli US Open, ma anche del finale di stagione, ci è sembrato opportuno cimentarci in un’analisi sulla situazione del numero uno italiano.

Sinner e una stagione che stenta a decollare

Ex stelle in coro: Sinner e Alcaraz pronti a uno slam
Foto Atp Tour

Negli scorsi giorni abbiamo sottolineato un dato eloquente riguardo i risultati di Sinner. Jannik è uno dei cinque giocatori che finora ha vinto più partite nel 2022. Tale statistica vuol dire che, al di là di tutto, l’azzurro è uno dei tennisti che meglio si stanno comportando in questa stagione.

Tuttavia, ai numeri non corrispondono perfettamente i fatti. O meglio i titoli. La bacheca dell’altoatesino, infatti, rispetto al 2021, si è aggiornata con un solo trofeo, peraltro quello di un torneo 250. Per essere precisi, vi riportiamo i risultati complessivi ottenuti dal nativo di San Candido:

Australian Open – Quarti di finale
Dubai – Quarti di finale
Indian Wells – Ottavi di finale
Miami – Quarti di finale
Montecarlo – Quarti di finale
Madrid – Ottavi di finale
Roma – Quarti di finale
Roland Garros – Ottavi di finale
Eastbourne – Primo turno
Wimbledon – Quarti di finale
Umago – Vittoria
Montreal – Ottavi di finale
Cincinnati – Ottavi di finale

Perché Sinner non è riuscito a spingersi più spesso fino in fondo?

Innanzitutto, non bisogna dimenticare che il nativo di San Candido è stato protagonista di diverse disavventure. Come il Covid, che lo ha colpito al rientro dall’Australia, e come alcuni problemi fisici che lo hanno costretto al ritiro a Indian Wells, Miami e agli Internazionali.

Al netto di queste sfortunate vicissitudini, però, bisogna entrare nel merito delle sconfitte subite. La nostra attenzione a riguardo si sposta sul fattore “superficie”. Nel corso del 2022, ma in generale della sua giovane carriera, Jannik ha dimostrato di saper offrire un tennis stellare soprattutto quando le condizioni sono veloci: non può essere un caso che abbia conquistato 4 dei suoi 7 titoli (comprese le Next Gen Atp Finals) sul cemento indoor e che abbia molto ben figurato (e quasi sorpreso Djokovic) sull’erba di Wimbledon.

Dunque, a nostro parere, è altamente possibile che Sinner abbia pagato un gioco ancora non ben collaudato sulle superfici più lente come il cemento all’aperto e la terra battuta, dove comunque è apparso leggermente più a suo agio.

Sinner e gli US Open

In base a quanto detto sopra, Sinner arriverà agli US Open non da favoritissimo. Anche perché il cemento con strato di resina acrilica di Flushing Meadows è lo stesso utilizzato per i campi di Cincinnati. Ciò, ovviamente, non significa che l’azzurro non possa sorprenderci come ha già fatto in passato. Ma le speranze più grandi sono rivolte al futuro prossimo…

Quando la svolta? La speranza indoor in vista delle Finals di Torino

Attualmente Sinner è abbastanza indietro nella Race to Turin, la graduatoria che tiene conto dei punti ottenuti nell’anno solare e che eleggerà gli otto contendenti al titolo di Maestro.

La qualificazione del fresco ventunenne nostrano, però, è ancora possibile. Molto dipende da cosa accadrà agli US Open e nei tornei successivi, quando Jannik si esibirà sull’amato palcoscenico del cemento indoor. Qui è vero che dovrà difendere i punti conquistati a Sofia ed Anversa (e quelli della semifinale a Vienna), ma c’è considerare che potrà guadagnarne una vagonata tra Parigi-Bercy e Stoccolma (dove nel 2021 ha perso in entrambe le occasioni al primo turno). Gli ultimi appuntamenti stagionali potrebbero rivelarsi quelli svolta.

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